domenica 4 dicembre 2016

L'OPEC ed il prezzo del petrolio

Il recente accordo dell'OPEC di tagliare la produzione di petrolio per farne salire il prezzo, ha avuto nell'immediato l'effetto desiderato facendo risalire il prezzo del petrolio su livelli intorno ai 50$ al barile. I Paesi produttori sperano anche di vedere il prezzo risalire verso i 60 / 70 $ al barile.
Io credo che queste speranze saranno disattese e che il prezzo del petrolio difficilmente salirà sopra i 50$ al barile se non per brevi periodi di tempo. Infatti credo che il livello dei 50$ è il massimo possibile nel medio termine e che nel lungo termine il prezzo è destinato a scendere, qualunque cosa faccia l'OPEC.

Il crollo del prezzo del petrolio negli ultimi due anni è stato la conseguenza della produzione USA di " shale oil" che ha fatto risalire la quota di mercato degli USA. L'Arabia Saudita, che ha costi di estrazione estremamente bassi, ha risposto mantenendo alti livelli di produzione per salvare la sua quota di mercato mondiale e per far crollare i prezzi in modo di forzare il fallimento di molti  produttori di " shale oil ".
Infatti i prezzi sono scesi notevolmente forzando la chiusura di molti pozzi di shale oil, ma creando anche forti problemi di bilancio statale ai Paesi produttori meno efficienti ( come il Venezuela ) ma anche a tutti gli altri produttori mondiali.

Purtroppo per l'Arabia Saudita, e per fortuna per il nostro Pianeta e per l'Umanità, il prezzo del petrolio non salira' sopra i 50$ al barile e la produzione sarà' costretta a continuare a calare anche a prezzi più' bassi per le seguenti ragioni: 
  1. I produttori di shale oil hanno imparato a ridurre i costi e a 50$ al barile fanno buoni profitti, per cui se il prezzo sale sopra I 50 $ aumenta la produzione di shale oil facendo calare i prezzi.
  2. L'efficienza energetica del PIL mondiale si aggira intorno ad 1.5% mentre la crescita mondiale del PIL si aggira mediamente sul 3.5%: il che vuol dire che  negli anni recenti la domanda di "energia " mondiale ( nel complesso di tutte le fonti primarie e cioè': fossili, rinnovabili e nucleare ) è cresciuta mediamente del 2%. Tuttavia l'efficienza energetica del PIL continua ad aumentare per tutte le misure di risparmio ed efficienza energetica in atto. Parallelamente  si riduce l'aumento della domanda.
  3. La crescita delle rinnovabili, spinta dai progressi tecnologici e dalla conseguente riduzione dei costi, continua senza soste ( anche in regime di prezzi bassi dei fossili ). Questa crescita è' inarrestabile -sia per la riduzione dei costi che per gli impatti ambientali dei combustibili fossili, compresi milioni di morti nel mondo ogni anno per l'inquinamento e gli effetti crescenti e devastanti del global warming. Ne consegue che nel mix energetico, le fonti rinnovabili continuano a crescere a scapito dei fossili e del nucleare. Un aumento dei prezzi del petrolio accelera le misure di efficienza energetica e la crescita delle rinnovabili a scapito della domanda di combustibili fossili, incluso il petrolio.
  4. La sensibilità sui disastri collaterali dei combustibili fossili ( milioni di morti per inquinamento e global warming ) va crescendo in tutto il mondo garzie alla presa di coscienza di molti paesi ( vedi accodo di Parigi alla COP 21 ), alla esortazione di un numero crescente di personaggi autorevoli ( primo fra tutti Papa Francesco ), alla sensibilità di un numero crescente di società multinazionali -( ricordo con orgoglio che la ST fu una delle prime società al mondo a creare il suo "Decalogo ecologico " nel 1995 con l'obiettivo di neutralità ambientale per il 2012 -- target poi non perseguito dopo che io andai in pensione a fine 2004 ),  e sopratutto alla diffusione di una sensibilità ambientale e conseguenti comportamenti virtuosi di centinaia di milioni di cittadini nel mondo. Tutto questo contribuisce al calo della domanda di combustibili fossili nonostante il supporto che questi ricevono spesso da Governi condizionati dalle lobbies dei combustibili fossili. 
  5. L' esplosione delle auto elettriche  rivoluzionerà il trasporto su gomma. Io credo che tutto il settore dei trasporti ( che assorbe oltre un terzo di tutta la produzione mondiale di petrolio ), cambierà profondamente nei prossimi 20 anni: la crescita del car-sharing nelle grandi città, la crescita del trasporto pubblico su ferro in tutto il mondo, la crescita enorme delle  auto elettriche, ed infine l'arrivo dell'auto senza guidatore, faranno calare le immatricolazioni annue di auto, e passare rapidamente all'elettrico per le immatricolazioni nuove. All'orizonte 2040 il petrolio consumato nei trasporti sarà una piccolissima frazione di quello attuale, accelerandone la morte.
  6. Se infine si cominceranno a generare azioni collettive ( "class-actions ") prima contro I governi che sostengono con Miliardi di dollari di sussidi nel mondo I combustibili fossili ( pochi cittadini sanno che nel mondo i  sussidi governativi ai combustibili fossili sono 4 volte piu alti di quelli alle rinnovabili ); ed azioni legali di associazioni civili per " morte di massa" a causa dell'inquinamento contro  le societa' energetiche dei fossili -- allora la morte dei fossili avverra' molto presto.
            In conclusione io credo che abbiamo raggiunto il " peak-oil ", cioè il punto di massima produzione di petrolio e che la sua inesorabile discesa verso la sua fine è irreversibile.
            Sta a noi cittadini responsabili, sia coi nostri comportamenti virtuosi che con le nostre azioni di orientamento dei nostri politici, accelerare questo processo nell'interesse del del nostro Paese, del nostro unico Pianeta, e della qualità della vita sia per noi che per le generazioni future.

            P.S. Come bonus aggiuntivo, la fine del petrolio segnerà anche la fine del fondamentalismo islamico che trae proprio dal petrolio le sue fonti di finanziamento
            per i suoi fini terroristici.

            OPEC and the price of oil

            The recent OPEC agreement to cut oil production costs to raise its price has achieved its immediate desired effect of an increase of oil prices to 50USD a barrel.

            The oil producing countries hope to see the price reach 60 to 70 USD a barrel, however, I don’t believe this will happen, and don’t expect oil prices to exceed 50 USD if not for brief periods of time. In fact, I believe that the 50 USD level is the maximum possible in the medium term and in the long term the price is destined to decrease, whatever OPEC will do.

            The collapse of the price of oil in the past two years has been the consequence of US production of “shale oil” that has increased US market share.  Saudi Arabia, which has very low extraction costs, responded by keeping high levels of production to save its world market share and to make prices drop to force many “shale oil” producers out of business.

            The significant drop in prices has in fact forced many shale oil wells to close, but it has also caused severe problems to national budgets of less efficient oil producing countries such as Venezuela and to all other world producers.

            Unfortunately for Saudi Arabia, but fortunately for the planet and humanity, the price of oil will not rise above 50 USD a barrel and production will be forced to continue to decrease at even lower prices for the following reasons:


            1. Producers of shale oil have learned to reduce costs and at even 50 USD a barrel can make good profits, so if oil prices rise above 50 USD, production of shale oi will increase causing prices to go down.
            2. The energetic efficiency of world GDP is around 1.5 %, while world GDP growth is around 3.5 % on average: this means that in recent years, the demand for world “energy” (including all primary sources, fossil, renewables, and nuclear), has grown by 2% annually on average.  However, GDP energy efficiency continues to increase due to all the existing energy savings and efficiency measurements.  Energy demand is reduced in parallel.
            3. The growth of renewables, driven by technological progress and cost reductions, continues uninterrupted (even in periods of low oil prices). This growth is unstoppable – both due to the reduction of costs as well as for the environmental impacts of fossil fuels, which includes millions of deaths per year worldwide due to pollution and the growing and devastating effects of global warming.  The result is an energetic mix; renewable energies continue to grow at the expense of fossil fuels and nuclear energy.  An increase in oil prices accelerates the progress in energy efficiency measures and the growth of renewables to the detriment of demand for fossil fuels, including oil.
            4. Awareness on collateral damage of fossil fuels (millions of deaths annually due to pollution and global warming), is increasing globally thanks to many nations’ raising of  consciousness with regards to environmental issues (as seen from the Paris Agreement to COP21), to the admonishments of a growing number of authoritative figures (in primis with Pope Francis), to the sensitivity of a growing number of multinationals - I remember with pride that STMicroelectronics was one of the first companies in the world to create its own “Environmental Decalogue” in 1995 with the objective of being carbon neutral by 2012,  a target which unfortunately was eventually not pursued after I retired in 2004 - and especially the spread of environmental awareness and the responsible and virtuous behavior of hundreds of millions of world citizens.  All of this contributes to a decrease in fossil fuels demand despite the support they often receive from Governments conditioned by the fossil fuel lobbies.
            5. The explosion of electric vehicles will revolutionize road transport.  I believe that the entire transport sector (which absorbs one third of global oil production), will change fundamentally in the next 20 years: the growth of car-sharing in major cities, the global growth of public transport on rail, the enormous growth of electric cars, and lastly, the arrival of the driverless car, will cause a decrease in the annual registration of vehicles, and a rapid shift towards electric cars for new registrations.  At the horizon of 2040, oil consumed in transport will be a small fraction of current consumption, accelerating its death.
            6. If, finally, we also begin to generate collective “class-actions”, first against the governments that provide fossil fuels billions of dollars in subsidies (few citizens in the world know that government subsidies for fossil fuels are four times greater than those for renewable energies); and second, legal actions of civil societies for mass deaths caused by pollution against fossil fuel companies – then the death of fossil fuel will happen sooner.
            To conclude, I believe we have reached “peak-oil”, meaning the maximum point of oil production and its implacable decline towards its end is irreversible.

            It will be up to us as responsible citizens, both via our responsible behavior as well as through our actions of orienting our politicians, to accelerate this process in the interest of our country, of our only planet, and of our quality of life and those of our future generations.

            PS. As an additional bonus, the end of oil will also mark the end of Islamic fundamentalism which sources its funding precisely from oil to finance its terrorist activities

            mercoledì 9 novembre 2016

            Donald Trump nuovo Presidente degli USA

            L'elezione di Trump è stata una grande sorpresa ( e molto negativa ) per molti europei: ed io sono tra questi.

            Tutti sappiamo poco di Trump come uomo politico, ed è certo che i toni ed i temi più aggressivi usati in campagna elettorale, si attenueranno e forse cambieranno una volta che inizia il suo mandato. Per lo meno c'è da sperarlo.

            Se però partiamo dai suoi toni e temi usati in campagna elettorale ( unici elementi per ora disponibili ) o dalla sua storia sia personale che da imprenditore non certo esemplare in termini di comportamento civile e sociale, qualche preoccupazione è inevitabile.

            Vedremo, ma è bene che l'Europa ed il Mondo, siano vigili.

            I temi che mi preoccupano sono i seguenti:

            • il populismo sfrenato
            • la scarsa sensibilità ai temi dei diritti umani e dei diritti civili
            • la tendenza all'isolazionismo degli USA dal resto del mondo ( sia economico che politico )
            • la vicinanza a Putin e l'impatto che questo può avere in Medio Oriente ed in Europa
            • la diffidenza verso la NATO e l'idea di ridurre l'impegno USA in Asia, che potrebbe lasciare carta bianca al nazionalismo cinese ( con gli USA a soffrirne più di tutti )
            • la dichiarata negazione del global warming e il potenziale impatto negativo sulle politiche di cambiamento del mix energetico, e la tragedia del global warming
            • la viscerale opposizione all'immigrazione e l'accusa populista degli immigrati che tolgono il lavoro agli americani
            • la chiara preferenza per un modello di sviluppo economico non solidale (che in fondo è la vera causa del disagio sociale e del populismo)
            • il senso del rischio  e del bluff che può diventare pericolosissimo quando si ha in mano il pulsante di una potenziale guerra atomica
            Ovviamente queste sono preoccupazioni derivanti dai toni esagerati di una campagna elettorale molto violenta.

            Una volta in attività le parole ( e si spera le azioni ) saranno certamente molto più razionali.


            Tuttavia mi pare quasi scontato che gli USA saranno piu' isolazionisti di prima ed è quindi opportuno che sia l'Europa che l'Asia si organizzino per questo nuovo scenario, in cui l'isolazionismo americano può rafforzare i vari nazionalismi a partire da quello Russo e quello Cinese.

            In Europa sarebbe più che mai necessario superare le divisioni tra i singoli Paesi e la Comunità per accelerare il processo di integrazione politico.

            Se necessario, meglio creare due gruppi di Paesi con velocità di integrazione diversa.

            Se i 17 Paesi della Euro Zona (anche meno dei 17 se necessario) andassero avanti nel processo di integrazione politica, unificando le politiche Agricole ( già fatto), di Difesa, Fiscali, e dell'Energia, ne nascerebbe il più grande sistema macroeconomico al mondo sia dal punto di vista economico che politico ed anche militare. Questo nuovo soggetto, con la sua grande tradizione di valori sociali e di diritti, sarebbe capace non solo di essere totalmente indipendente da Paesi terzi, ma di rappresentare la vera guida mondiale per la costruzione di un mondo migliore.
            ( Gli altri Paesi della Comunità seguirebbero quando sono pronti ).


            Questa Eurozona se contata come unica entità politica, ha già la più grande economia mondiale, la completa autonomia alimentare, può raggiungere attraverso le fonti rinnovabili la completa autonomia energetica in meno di dieci anni (guadagnando un enorme vantaggio competitivo sia economico che di salute dei suoi cittadini), la completa indipendenza economica (con bilancia commerciale totale in equilibrio) ed infine una grande potenza militare (compreso lo scudo atomico) capace di dissuadere chiunque.
            E può contribuire allo sviluppo sociale al suo interno ed allo sviluppo economico e sociale di Paesi poveri, specie in Africa.

            Tutto questo è vero da sempre. Dopo le elezioni americane diventera più urgente.

            L'Italia può fare e sta facendo la sua parte: votare SÌ al referendum di dicembre rafforza questo processo, contro tutti i populismi nostrani.

            Donald Trump, President-elect of the United States of America

            Trump’s election has been a great surprise (and a very negative one) for many Europeans, including myself.

            We all know very little of Trump as a politician, and certainly the most aggressive tones and themes used during the election campaign should subdue and maybe change once his mandate begins.  At least we would hope so.

            If, however, we base ourselves on the tones and themes used during the campaign (which are the only elements available at this stage), or on his personal history and his past as entrepreneur, which in terms of civic and social behavior are far from exemplary, a degree of concern is inevitable.

            We shall see, but it’s important that Europe and the world be vigilant.

            The themes that are most worrying to me are the following:

            • unbridled populism
            • lack of sensitivity towards issues of human and civic rights
            • tendency towards isolationism of the US from the rest of the world (both economic and political)
            • closeness to Putin and the impact that this can have in the Middle East and in Europe
            • the diffidence towards NATO and the idea of reducing the US’s efforts in Asia, which could give carte blanche to Chinese nationalism (with the US who would ultimately suffer the most from this)
            • the declared denial of global warming and the potential negative impact this can have on the policies for change of the energy mix and the tragedy of global warming
            • the visceral opposition to immigration and the populist accusation that immigrants subtract jobs from Americans
            • the clear preference for a non-inclusive anti-welfare economic model of growth (which in reality is the real cause of the current social distress and of populism)
            • the sense of risk and bluff that can become extremely dangerous when one holds the button to a potential nuclear war


            Clearly, these concerns derive from the exaggerated tones of a very violent electoral campaign.

            Once in power, the words (and hopefully the actions) will certainly be more rational.

            However, it is very likely that the US will be more isolationist and it is therefore opportune that both Europe and Asia organize themselves for this new scenario, in which an American isolationism can reinforce various nationalisms around the world, beginning with the Russian and Chinese.

            In Europe it would be more than ever necessary to overcome the separations and division between the individual countries and the European Community to accelerate the process of political integration.

            If necessary, it would be best to create two groups of countries at different speeds of integration.
            If the 17 countries of the Euro Zone (and if necessary even less than 17), would continue the process of political integration, unifying politics of Agriculture (already done), Defense, Tax, and Energy, this would give birth to the biggest macroeconomic system in the world, from an economic, political and military perspective.  

            This new subject, with its great tradition of social values and rights, would be capable not only of being completely independent from third countries, but it would also act as a real global leader in building a better world. (Other countries of the European community would follow when they are ready)

            This new Eurozone, if counted as a single political entity, already has the biggest world economy, complete food autonomy, and through renewable energy can reach complete energetic autonomy in less than ten years (earning a huge competitive advantage both economically and in terms of health of its citizens) and lastly a great military power (including the atomic shield) capable of deterring anyone.
            In addition, it can continue to contribute to social development within the community and to the economic and social development of third world countries, particularly in Africa.

            This has always been true.  After the American elections, it will be even more urgent.

            Italy can and is doing its part: to vote YES at the referendum in December will reinforce this process against all local populisms.

            martedì 1 novembre 2016

            Terremoto Centro Italia - Donazioni in denaro | Dipartimento Protezione Civile

            Care amiche ed amici,
            Sono certo che tutti stiamo partecipando ad un piccolo contributo di solidarietà verso le popolazioni colpite dall'immensa tragedia del terremoto.

            Ho visto due veicoli disposti per accogliere le donazioni, e ve li trasmetto per vostra conoscenza, anche se probabilmente li conoscete e certamente ce ne sono molti altri.
            Vi confesso che mi ha colpito la modesta entità dei fondi raccolti in questi due canali,
            di fronte una così grande tragedia che ci impone l'obbligo morale  della solidarietà individuale oltre a quella ovvia delle Istituzioni, che per altro stanno reagendo con prontezza e determinazione a tutti i livelli.

            Se ognuno degli italiani nella fascia media e media alta di reddito (oltre 40 milioni di italiani) facesse una donazione di almeno 100€ si dovrebbero raccogliere dai singoli cittadini almeno 4 Miliardi di €.

            Io mi auguro che ognuno di noi oltre a fare la sua parte (di cui sono sicuro) si adoperi per diffondere questo messaggio di solidarietà presso le proprie conoscenze.

            Io mi auguro che le Società che operano sul territorio nazionale  dedichino un contributo dai loro profitti a questo sforzo di solidarietà (per esempio 1% del profitto di quest'anno prima delle tasse ).

            Io mi auguro che il Governo imponga un prelievo fiscale una tantum sulla fascia  alta dei contribuenti per la ricostruzione delle zone terremotate e per la messa in sicurezza  delle zone più a rischio sismico.

            Io mi auguro che tutti gli italiani sia a livello individuale che Istituzionale possano reagire come un Popolo ed una Nazione solidale, per aiutare le popolazioni colpite e per una rapida ricostruzione delle zone devastate.

            http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/donazioni_denaro_sisma_2016.wp

            Earthquakes in Central Italy Donations through the Civil Protection Department

            Dear Friends,

            I am certain that each of us is participating with small contributions to assist the populations hit by the immense tragedy of the earthquakes in Italy.

            I have seen two fund raising channels for the victims of the earthquake, and I would like to share these with you for your your information, even if I am aware that there are many other organizations that are collecting donations for this cause.

            I must confess that I was surprised at the modest amount of funds collected through these two channels so far, considering the magnitude of the tragedy which inevitably calls on our moral obligation for individual solidarity, in addition to that of the institutions, which are acting promptly and with determination at all levels.

            If each Italian in the middle and upper middle range of income (over 40 million Italians) would make a donation of at least 100 Euros, it would be possible to collect from individual citizens at least 4 billion Euros.

            I hope that each of us, in addition to doing their part (of which I am certain), will contribute in spreading this message of solidarity amongst our circles of friends and contacts.
            I hope that the Companies that work on the national territory will devolve a portion of their profits to this effort of solidarity (for example 1% of this year’s profits before taxes).http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/donazioni_denaro_sisma_2016.wp


            I hope that the Government will impose a lump sum tax on high end taxpayers for the reconstruction of the areas hit by the earthquake and the securing of regions at high seismic risk.


            I hope that every Italian at the individual and Institutional level will react as a supportive People and Nation, to come in aid of the victims and for a rapid reconstruction of devastated areas.

            lunedì 24 ottobre 2016

            La sfida dell'Europa davanti alla tragedia dei MIGRANTI

            La tragedia delle guerre e della povertà in molti paesi africani, sta creando flussi enormi di migranti verso l'Europa, dove stanno creando problemi sociali dirompenti alimentando allo stesso tempo movimenti politici populisti, e in alcuni casi perfino razzisti.
            Oggi è a rischio la stessa costruzione dell'Europa se non si risolve il problema dei migranti.

            Il primo concetto da sottolineare è che l'Europa è il sistema macroeconomico più avanzato al mondo nel campo della solidarietà sociale e dei diritti umani: NOI DOBBIAMO MANTENERE QUESTI FONDAMENTALI PRINCIPI DI SOLIDARIETÀ UMANA E DOBBIAMO RISPONDERE  CON L'ACCOGLIENZA O CON ALTRE MISURE ADEGUATE ALLA DISPERAZIONE DI MILIONI DI ESSERI UMANI SPINTI DALLE GUERRE O DALLA MISERIA A CERCARE UNA NUOVA PATRIA. L'Europa lo ha fatto per decenni e deve continuare a farlo. L'Italia è stata ed è un grande esempio di solidarieta' umana.

            Il secondo concetto è che il fenomeno è diventato di dimensione tali che non può essere risolto da uno a pochi Paesi Europei: SOLO UNO SFORZO COMUNE DI TUTTA LA COMUNITÀ EUROPEA può risolvere adeguatamente il problema.

            Il terzo concetto è il fatto ovvio che LA SOLUZIONE DELL'ACCOGLIENZA PUÒ ESSERE SOLO PARZIALE E TEMPORANEA. L'UNICA SOLUZIONE DI LUNGO TERMINE Ė QUELLA DI CREARE NEI PAESI DI ORIGINE DEI MIGRANTI LE CONDIZIONI DI PACE E DI SVILUPPO ECONOMICO che consenta ai loro cittadini di trovare una vita dignitosa in patria.

            Fatte queste premesse, resta la sfida di come affrontare il problema nel breve termine.

            A questo scopo vanno applicate, secondo me, 5 regole fondamentali:

            1. Il primo fattore da considerare è che il numero di migranti che si possono accogliere in qualsiasi Paese Europeo, non può superare il limite di persone che possono essere integrate senza sconvolgere il contesto sociale esistente: superare questo limite porta a contratti sociali e fenomeni di rigetto pericolosi. A mio giudizio, tale limite consiste nello 0.1 / 0.2 % all'anno della popolazione locale (misurata su base comunale). In Italia questo vuol dire circa 80-100 K persone all'anno, equamente distribuire su tutto il territorio nazionale. Su base Europea, significa circa 600-700 K persone all'anno distribuire equamente su tutti I Paesi comunitari.
            2.  I migranti accolti in Italia ( e lo stesso vale per gli altri Paesi ) devono conoscere ed impegnarsi a rispettare le leggi e I costumi locali : in caso contrario scatta automaticamente l'espulsione.
            3.  Tutti I nuovi accolti, vanno sistemati in campi o strutture di accoglienza dove per I primi sei mesi, tutti le persone dai 15 anni in su devono frequentare un corso scolastico di integrazione accelerata ( pagato dallo Stato ) comprendente 4 materie: Italiano, Educazione Civica ( compresa la pianificazione familiare ), Elementi di matematica, informatizzazione informatica. Alla fine del corso, un esame semplice verificherà lo stato di progresso e la reale volontà di integrarsi. Chi non passa l'esame viene rimpatriato.
            4.  Alla fine del corso, tutti I migranti di età superiore ai 18 anni devono lavorare, o presso una società pubblica o privata con le stesse condizioni di trattamento degli italiani, oppure devono accettare lavori di pubblica utilità regolarmente remunerati. Ma tutti devono inserirsi  nel mondo del lavoro, mentre I minori devono partecipare alle scuole pubbliche nazionali.
            5.  L'eccessiva differenza di "Tasso di fertilità " tra italiani e migranti può creare nel medio periodo un squilibrio eccessivo verso le etnie e le culture e le religioni dei migranti. Ed anche questo fenomeno se avviene nell'arco di secoli non è importante, ma se avviene in pochi decenni può essere fortemente destabilizzare per le comunità locali. Si impone quindi, anzitutto attraverso l'educazione, ma poi anche con l'imposizione fiscale, un tasso di fertilità medio inferiore a due figli per donna ( in Italia il tasso di fertilità è 1.5 ). Il concetto è quello di tassare le nascite dal terzo figlio in poi, in modo crescente. Da applicare ovviamente sia per gli Italiani che per gli I'mmigrati.

            Se si applicano queste 5 regole si può avere una immigrazione integrabile nel tessuto sociale dei vari Paesi europei senza creare squilibri e tensioni.

            Ma cosa si fa quando I flussi migratori superano ( come probabilmente avverrà nei prossimi anni o addirittura decenni ) il limite sopra definito della capacità di integrazione.
            La risposta è la creazione di GRANDI CAMPI DI ACCOGLIENZA in alcuni Paesi amici del Nord -Africa ( come per esempio il Marocco, la Tunisia, l'Algeria ...) dove la Comunità
            Europea si impegna a creare le condizioni di sistemazione temporanea decorosa
            con tutti I servizi ( abitazioni, scuole, ospedali, attività agricole ed industriali ... ) nonchè la gestione di avviamento ed anche la difesa militare per qualche decennio finchè non si ripristinino le condizioni di rientro dei migranti nei Paesi di origine.
            Per esempio, l'Algeria potrebbe mettere a disposizione diecine di migliaia di Km quadrati di deserto, che possono essere irrigati da enormi impianti di desalinazione, dove si possono Installare comunità di centinaia di migliaia di migranti con scuole ospedali Ed attività agricole ed industriali: l'Europa sopporterebbe tutti I costi di avviamento e di gestione e di difesa fino a che le comunità possono essere autosufficienti. Il Paese ospitante che resta padrone del territorio ne avrebbe benefici commerciali durante la vita dei campi e si ritroverebbe con centri altamente sviluppati, quando I migranti ritornerebbero nei loro Paesi di origine.
            La creazione, la gestione e la difesa di questi Campi di Accoglienza temporanea sarebbe un costo enorme per l'Europa, ma certamente meno dirompente di una accoglienza incontrollata in Europa -- e sarebbe compatibile con I suoi PRINCIPI ETICI E SOCIALI.

            Infine  questi campi temporanei accelererebbero lo sviluppo economico di tutta l'Africa
            con una ricaduta di sviluppo conomico e di benessere anche per l'Europa.

            domenica 23 ottobre 2016

            Referendum sulla Riforma Costituzionale del 4 Dicembre: IO VOTO SI

            L'Italia è un Paese con un potenziale enorme in termini di competitività economica e quindi di creazione di benessere per i suoi cittadini.

            Purtroppo è frenato da molti ostacoli a cominciare dalla lentezza del sistema legislativo,
            dalla lungaggine dei processi amministrativi decisionali, dalla lentezza e inefficienza del sistema burocratico e dalla cultura sindacale talvolta schierata a difesa di parassitismi operativi-- Inoltre il Paese e' appesantito dal debito pubblico creato negli ultimi 3 decenni del secolo scorso, e dai costi/ sprechi della politica e delle Amministrazioni pubbliche. Infine, l'evasione fiscale e la corruzione persistono in questo contesto sottraendo enormi risorse al benessere comune.

            Se si riuscirà a liberare l'Italia da questi parassitismi, torneremo a vedere un nuovo miracolo economico tipo anni cinquanta / sessanta del secolo scorso: l'Italia può diventare  un modello di sviluppo economico / libertà democratiche / solidarietà sociale. Se si aggiungono i diritti civili ed i diritti umani, la meritocrazia, e l'europismo, si completa il sogno dell'Ulivo e del PD che ne è il figlio.

            Alcuni Governi negli ultimi decenni ci hanno provato - in particolare i Governi Prodi --
            con ottimi risultati... ma altri hanno creato risultati opposti. Comunque resta molta strada da fare ancora.

            Il Governo Renzi ci sta provando ed ha anche segnato ottimi progressi sia in campo economico che nella solidarietà sociale ( vedi Jobs Act, I 600 mila posti di lavoro creati, gli 80 euro ai meno abbienti, qualche recupero nell'evasione fiscale, alcuni importanti
            progressi nella efficienza burocratica, progressi nelle infrastrutture.... )

            La riforma Costituzionale approvata dal Parlamento per cui andremo a votare il 4 dicembre il Referendum confermativo, è un importantissimo tassello nella giusta direzione. Certo non è perfetta: ma è un passo enorme nella direzione giusta:
            • l'eliminazione del bicameralismo paritario, semplifica ed accelera enormemente il processo legislativo. 
            • la riduzione dei costi della politica di circa 500 milioni di € all'anno va nella direzione dell'efficienza economica della politica.
            • la ridefinizione dei rapporti Stato / Regioni semplifica ancora il processo normativo e riduce sprechi e duplicazioni.

            Se a questo processo di riforma Costituzionale, si aggiunge la legge elettorale già approvata in Parlamento e possibilmente migliorabile, ma che consenta comunque la Governabilità per tutta la legislatura, si vede che si fa un salto di qualita' nella gestione
            del Governo del Paese.

            Il paventato rischio di deriva autoritaria, è una pura  assurdità: il problema in Italia è la lentezza del processo decisionale e non esiste nelle norme in discussione nessuna traccia di deriva autoritaria.

            Io VOTO SI perché voglio maggiore velocità e maggiore efficienza e minori costi nelle nostre Istituzioni: e questo non è né di destra né di sinistra: E' PURO BUON SENSO.

            Un ultimo commento: il voto referendario non è un voto sul Governo né su Renzi.
            Io sono convinto che vince il SI perché prevarrà il buon senso degli Italiani nell'interesse del Paese( e cioè di tutta la collettività ). Ma se anche dovesse prevalere il no,  il Governo ed il presidente Renzi dovrebbero continuare fino alla fine naturale della legislatura per il bene del Paese.

            lunedì 10 ottobre 2016

            L'uragano Matthew, il global warming ed i combustibili fossili


            L' Uragano Matthew ha portato enormi devastazioni e la morte di quasi 1000 persone su Haiti ed ore infuria sulle coste sud-orientali degli USA, specialmente in Florida.

            Ormai e' noto che questi fenomeni estremi sono sempre piu' violenti e piu' frequenti
            per colpa del global warming: e nei prossimi decenni sono destinati ad aumentare, sia in frequenza  che in violenza.

            La desertificazione avanza in molti paesi africani creando crescenti carestie e centinaia di migliaia di morti. ( Ma avanza anche in molti paesi asiatici compreso il nord della
            Cina, che pero' e' economicamente attrezzato per evitare disastri umanitari ).

            Il fondamentalismo islamico, ed in particolare la sua espressione peggiore rappresentata oggi dall'ISIS, crea diecine di migliaia di morti e condizioni di vita disumane nei paesi in cui opera, e porta la continua minaccia di atti terroristici nei paesi occidentali (purtroppo con terribili esempi di morte ).

            L'inquinamento dell'aria crea milioni di morti all'anno nel nostro pianeta.

            Tutti questi fenomeni, ed in genere molti problemi di instabilita' e tensioni geopolitiche,
            hanno un comune fattore alla loro radice:

                    I COMBUSTIBILI FOSSILI, ED IN PARTICOLARE IL PETROLIO.

            I combustibili fossili ( che pure sono stati il motore della rivoluzione industriale e dello sviluppo economico dei due secoli scorsi ) oggi - o meglio da circa trent'anni - sono diventati il nemico No 1 dell'Umanita'. Essi sono la maggiore causa dell'inquinamento,
            del global warming e quindi dei fenomeni estremi, di molte instabilità geopolitiche, del finanziamento dell'ISIS e di altre forme estreme di fondamentalismo islamico.

            Eppure esistono le tecnologie per ridurne i consumi a livelli sostenibili, entro vent'anni in tutto il mondo-- ed entro dieci anni in molti paesi sviluppati come l'Italia, e l'Europa in genere. Per poi eliminarli completamente ( o quasi ) dal mix energetico mondiale entro il 2050.

            BASTA VOLERLO, SIA A LIVELLO POLITICO CHE A LIVELLO INDIVIDUALE.

            Oggi abbiamo tutte le tecnologie per farlo ( fotovoltaico, eolico, biofuel di ultima generazione, geotermia, ed altre tecnologie... nonchè il forte avanzamento delle tecnologie di accumulo energetico e la elettrificazione dell'economia, ed in particolare l'auto elettrica ).
            Già oggi molte di queste tecnologie - in particolare eolico e fotovoltaico - sarebbero competitive con I combustibili fossili se questi ultimi pagassero anche per I danni collaterali da essi prodotti solo con l'inquinamento. Purtroppo si è instaurato un sistema perverso che riserva gli utili alle societa' energetiche ed i danni collaterali alla collettività.
            La soluzione semplice è una Carbon Tax adeguata sui combustibili fassili bruciati in un Paese, ( ed anche sui prodotti di importazione sulla base delle emissioni generate per produrli ed importarli ). Una tale carbon tax renderebbe immediatamente I combustibili fossili non competitivi con le rinnovabili: sarebbe di fatto la fine dell'era dei combustibili fassili e dei disastri ad essi associati.

            Non si fa perche' la forza delle lobbies delle societa' energetiche, riesce a prevalere sulle scelte di molti Governi rispetto agli interessi della collettività.
            Ma il processo di decarbonizzazione dell'economia mondiale e' inarresabile: puo' essere rallentato ma non bloccato.

            E per fortuna ci sono molti fatti degli ultimi anni che vanno nella direzione giusta:
            1. I continui progressi nelle tecnologie delle rinnovabili che continuano a ridurre i costi a ritmi velocissimi. ( Quando io misi i pannelli fotovoltaici nel 2006 sul tetto della mia casa pagai 6000 € per ogni KW di picco -- oggi, dieci anni dopo, costerebbe meno di un terzo, cioe' meno di 2000€ per KW di picco ).
            2. Le batterie per gli accumuli si stanno sviluppando velocemente ed i costi stanno calando a ritmi velocissimi.
            3. La mobilita' elettrica sia pubblica che privata si sta diffondendo, e taglierà drasticamente i consumi di petrolio.
            4. Le nuove tecnologie per l'isolamento termico degli edifici si stanno diffondendo.
            5.  L'illuminazione a LED e gli elettrodomestici di classe A+++ diventano sempre più diffusi.
            A questi fatti tecnologici si aggiunge una nuova sensibilità politica e sociale che ha portato :
            1. LO STORICO ACCODO SUL CLIMA DI PARIGI, del dicembre scorso ( la XXI Conferenza Delle Parti, detta COP 21 ), che diventa ormai obbligatorio dopo la recente ratifica da parte dell'Europa che porta il numero delle ratifiche sopra il livello che lo rende vincolante per tutti.
            2. Il sostegno educativo e morale di centinaia di autorevoli personalita' politiche, scientifiche e religiose ( cito per tutti Papa Francesco ) alle politiche di salvaguardia dell'ambiente.
            3. L'adozione di un numero crescente di grandi imprese industriali della politica di "zero emissioni "
            4. Il diffondersi della cultura del rispetto ambientale presso migliaia di istituzioni pubbliche e private e presso milioni di cittadini.
            Ed è questo ultimo elemento ( l'impegno di milioni di cittadini ) che sta  rendendo il processo più veloce e vincente.
            Ognuno di noi può e deve contribuire ad ELIMINARE questo MOSTRO e  nemico dell'umanità rappresentato dai combustibili fossili. Non solo facendo sentire le nostre voci nelle istituzioni a cui apperteniamo  ( comprese le imprese in cui lavoriamo ), ma anche e sopratutto con atti e comportamenti  quotidiani semplici che possiamo attuare senza sacrificare, ma anzi migliorando, la nostra qualita' della vita e sopratutto preparando un futuro migliore per i nostri figli e nipoti.

            Ecco alcuni semplici azioni che io cerco di mettere in atto ( ma ovviamente ognuno ne puo' scegliere / aggiungere altre ed anche migliori ):
            1. Ridurre drasticamente I consumi di carne e pesce a favore di frutta, verdura, legumi e cereali. Una dieta vegetariana è l'ideale. Fa bene alla salute e fa bene all'ambiente.
            2. Guidare la propria auto il meno possibile a favore dei trasporti pubblici. ( Io ho una piccola Punto Evo che va a metano e benzina  che consuma poco ed inquina poco, e per gli spostamenti locali e' eccellente. E fra qualche anno ho intenzione di comprare una full electric  appena ci sara' un minimo di infrastrutture di ricarica ).
            3. Isolare al meglio le proprie case ed usare elettrodomestici di classe A++ ed illuminazione a LED.
            4. Installare sulle proprie case fonti di energia rinnovabile, come pannellifotovoltaici e/o termici.
            5. Al supermercato comprare il più possibile prodotti bio ( l'Italia è un leader mondiale nella produzione bio ) e a " Km Zero ", o almeno italiani ( per esempio le arance siciliane sono le migliori al mondo, eppure talvolta compriamo fuori stagione  arance che provengono da paesi lontani migliaia di Km... )
            6. Applicare al nostro comportamento quotidiano le TRE R: 
              RIDURRE  RIUSARE  RICICLARE

              sia che si applichi ai sacchetti di plastica nel fare la spesa, che si applichi ai consumi 
              di acqua calda nel fare la doccia, allo spegnere le luci quando si lascia un ambiente, quando si comprano tante cose inutili o di scarsa utilità, ... e così via di seguito.
            7. Non sprecare il cibo ( cosa purtroppo vergognosamente attuale in tutti ipaesi sviluppati-- io ricordo sempre che da piccoli mia madre ci diceva che il cibo e' Grazia di Dio e non va sprecato ).
            8. Avere la pazienza e la costanza di insegnare la virtù della parsimonia nel consumo di qualsiasi risorsa naturale ai nostri figli e nipoti e a chi ci sta vicino -- agendo sopratutto con l'esempio. La prima e più importante palestra di educazione e' l'ambiente domestico.
            Sono 8 esempi di comportamento virtuoso ( ed ovviamente molti altri se ne possono aggiungere ) che possono contribuire a costruire un futuro migliore per l'umanità

            giovedì 21 luglio 2016

            Produzione elettrica UE 2015 --- Il progresso delle rinnovabili

            L'allegata figura, pubblicata da QualEnergia, da il contributo per fonte energetica primaria alla generazione di energia elettrica nella EU ( esclusa Malta ) nel 2015.



            Sintetizzando la figura in una tabella semplificata si ha:
            Produzione lettrica EU 2015
            Fossil fuels 1294 TWh 41,7%
            Renewable Energy 892 " 28,8%
            Nuclear 814 " 26,2%
            Other 101 " 3.30%
            Total 3101 TWh 100%

            Facendo alcune considerazioni strettamemte personali, ma secondo me realistiche, nei prossimi dieci anni il fabbisogno energetico totale in EU aumenterà di pochissimo ( circa 0.5% annuo ) a causa del continuo miglioramento dell'efficienza energetica del PIL ( es. PIL cresce del 2.5% medio, mentre efficienza energetica del PIL cresce del 2.0% medio ).

            Pero' il fabbisogno  di energia elettrica crescerà di circa il 3% per il continuo aumento della componente elettrica nel mix energetico ( vedi auto elettriche e non solo )

            Pertanto nel 2025 il fabbisogno di energia elettrica sarà di circa 4000 TWh.

            Allo stesso tempo la produzione di energia elettrica da tutte le rinnovabili nel loro complesso aumenterà di circa l' 11% all'anno ( specialmente per il contributo di solare ed eolico ), portando
            questa componente a circa 2500 TWh. Questo risultato e' pssibile sia per l'accresciuta sensibilita' di cittadini e istituzioni, ma anche e sopratutto perchè i costi delle rinnovabili sono ormai competitivi con le fonti fossili, anche senza includere in queste ultime i DANNI COLLATERALI ENORMI che essi causano alla salute di tutti ed all'economia. Se poi si includessero nei costi dei fossili almeno una parte di questi danni collaterali attraverso una adeguata " carbon tax " allora non ci sarebbe storia ed i fossili morirebbero di morte puramente.

            Economica in meno di 10 anni.

            Le mie considerazioni non includono questa eventualità che per ora non e' ancora matura.

            Ne risulta comunque la seguente tabella:
            Mia Stima - Produzione Elettrica EU 2025
            Fossil fuels 700 TWh 17,5%
            Renewable Energy 2500 " 62,5%
            Nuclear 700 " 17,5%
            Other 100 " 2.5%
            Total 4000 TWh 100%

            Questo porterà l'Europa ad essere pressocchè autosufficiente da un punto di vista energetico entro i prossimi dieci anni.



            lunedì 18 luglio 2016

            Il Massacro di Nizza

            Ancora un terribile massacro di innocenti per mano di un pazzo fanatico criminale partorito dal
            fondamentalismo islamico che ha oggi nell'ISIS almeno il suo punto di riferimento e di ispirazione, se non anche di addestramento e di finanziamento.

            I PAESI CIVILI - TUTTI I PAESI CIVILI - HANNO L' OBBLIGO DI DISTRUGGERE QUESTO CANCRO CHE SI AUTODEFINISCE ISIS.

            Ovviamente la fine dell'ISIS non significhera' automaticamente la fine del fondamentalismo islamico e dei crimini che molti deviati mentali e fanatici religiosi compiono in nome della
            Religione Islamica. Ma certamente la fine dell'ISIS ne segnera' un declino enorme.

            L'ISIS sta chiaramente perdendo sul campo nei territori occupati. Sta perdendo per le azioni militari dei diversi ribelli a terra, per i bombardamentti delle nazioni che li combattono, ma sopratutto sta perdendo per il basso prezzo del petrolio che costituisce di gran lunga la loro maggiore fonte di finanziamento ( sia direttamente dalla vendita di contrabbando del petrolio
            estratto nei pozzi dei territori occupati, sia indirettamente dai finanziamenti occulti provenienti da ricche entita' mediorientali simpatizzanti ). Ebbene con la riduzione del prezzo del petrolio, questi finanziamenti diretti ed indiretti sono scesi molto negli ultimi 18 mesi rendendo sempre piu' difficile per l'ISIS il finanziamento del suo esercito e di tutto il suo apparato militare e criminale.

                                                 NIENTE PETROLIO = NIENTE ISIS

            Per distruggerli basterrebbe che le nazioni che li bombardano, prendessero di mira coi loro
            droni ed aerei tutte le cisterne che portano il petrolio dai pozzi alle raffinerie ed ai posti di vendita di contrabbando. E se camuffano le cisterne, basta bombardare qualunque mezzo pesante che si muove. In poche settimane l'ISIS sarebbe annientato. Non riesco a capire perche' un processo
            di attacco cosi' semplice e con minimi rischi per la popolazione civile, non sia spinto a fondo.

            Comunque vada la guerra sul terreno, io credo che l'ISIS ha i mesi contati proprio perche' il petrolio continuera' per molti mesi ( forse per sempre ) a restare sotto i 50/60 $ al barile, ed allo stesso tempo l'ISIS avra' sempre meno petrolio a disposizione per la continua perdita di territorio
            occupato e di cisterne che trasportano il petrolio.

            Per queste ragioni io sono convinto che l'ISIS sara' spazzato via entro i prossimi 12 mesi.

            Meno petrolio consuma l'Occidente, piu' basso sara' il suo prezzo e piu' rapida la fine di questo
            cancro che si fa chiamare ISIS.

            Noi tutti cittadini civili e sopratutto noi cittadini europei, possiamo contribuire ad eliminare questo mostro consumando meno energia e meno petrolio : ai vantaggi per l'ambiente, per la salute, e per l'economia dei nostri paesi aggiungeremmo  il vantaggio di accelerare la fine dell'ISIS e del fondamentalismo islamico.
            Il petrolio e' un grande nemico dell'UMANITA' : accelerarne la fine e' un dovere morale per tutti noi.

            sabato 25 giugno 2016

            Brexit



            Yesterday, UK citizens voted to leave the European Union : a huge mistake for the UK and a problem for the entire trajectory of construction of Europe.

            Prime minister Cameron has the historic responsibility of holding an unnecessary referendum and of not having been able to communicate the reasons to stay in Europe.

            The UK comes out divided from this referendum both geographically (the majority of Scotland and Northern Ireland and London voted to stay and the majority of England and Wales to leave) and in terms of age groups (the majority of youths voted to stay against most of the older generations and elderly who voted to leave).

            Today all the European stock markets have suffered strong losses and the British pound fell by 10%. However, I feel that the stock market falls are emotional reactions that will recover in the short term in most European countries including Italy.

            Instead, I believe that for the UK, this marks the beginning of a long period of economic decline and loss of relevance in the global landscape: simply because the UK (supposing that is stays united and does not see the secession of Scotland and Northern Ireland)
            is a macroeconomic system that is too small to have any political weight or to compete economically in the current global scenario. 

            The real risk for Europe would be a phenomenon of emulation by other countries who could be dragged towards political and economic suicide by populist leaders through similar irresponsible referendums.

            I'm convinced this won't happen due to three fundamental reasons:
            1. In a few quarters, and maximum one year, the economic damage suffered by the UK will be evident and this will discourage any country from following suit.
            2. This referendum will be a stimulus to accelerate the process of European integration, at least for key countries such as Germany, France, Italy, and Spain, even if this will signify the rise of two groups in Europe with two different speeds of integration.
            3. The British result will push Europe towards a political agenda that will better marry "growth and rigor" and give birth to a great program of European breadth. 

            The two main priorities must be, I believe, youth unemployment and control of immigration flux.

            Finally, it would help if national governments and populists stop denying their political responsibilities and putting blame on Europe (see my post of March 22 2015 on this subject).

            I'm convinced that Europe will overcome this difficulty created by the exit of the UK, and will continue its process of integration and its role model of Peace and of Civilization in the world.

            domenica 22 maggio 2016

            Let's Kill fossil fuels

            As I have stated many times, I believe the three major challenges of humanity are the following:

            1. Excessive inequality of the distribution of wealth;
            2. Excessive growth of world population;
            3. The huge problems associated with fossil fuels (pollution, extreme weather phenomena,
              global warming, geopolitical instability, financing of Islamic fundamentalism...).

            To the above challenges, in the last few decades (since the fall of the Berlin wall), 3 more challenges have emerged:

            4. Islamic Fundamentalism (that has today ISIS as its major driver);
            5. Chinese nationalism;
            6. The “apathy” of the western world (meaning the loss of traditional values in favor of
              short term profit).

            Humanity must win those challenges, and millions of individuals like us, as members of the most educated part of human society, MUST CONTRIBUTE TO AND MUST BE THE DRIVERS of this progress.

            At least in one of these challenges we are winning: "Humanity"  has made in the last 10 years unbelievable progress towards winning point 3.  Energy generated by Wind, Solar PV, Solar thermal, and Geothermal, are all very competitive today with fossil fuels, if we charged fossil fuels with a "Carbon tax " of some 100 $ per ton of CO2 generated by them, to compensate for the collateral damages associated with them.

            We have today all the technologies needed to terminate the fossil fuels era in favor of renewable sources of energy. In only 20 years we can kill fossil fuels, particularly oil, and in the process also kill ISIS and all the financial sources that support Islamic Fundamentalism.

            By winning point 3 we will be a long way ahead to winning also point 4.

            In fact, I believe that ISIS is being already weakened much more by the LOW price of OIL
            than by the bombing by the US, UK, France and Russia.

                       NO OIL   =    NO ISIS
                       NO ISIS  =     NO VIOLENT DRIVER OF ISLAMIC FUNDAMENTALISM

            Let's work towards a world free of fossil fuels and thereby contribute to a better world.

            Another "energy revolution" has been ignited by Tesla with the introduction of a competitive electric car and the progress towards cheap batteries, as well as the no-driver car launched by Google, all of which are going to dramatically accelerate the end of oil in favor of electric transportation, fueled by electric energy generated by renewables.

            Let's all work to kill fossil fuels, as a major step towards a better world.

            How can we contribute as individuals?

            Here are few ideas:
            • apply systematically to our everyday lives the rule of the 3 Rs: REDUCE, REUSE, RECYCLE and cut the food waste that we, affluent society, generate every day; recycle everything you can (for example a ton of recycled aluminum uses 90% less energy than primary aluminum);
            • minimize the use of private car transportation: use public transportation, bicycles, motorcycles, or walk;
            • if you need to use a car, try to opt for a Plug-in Hybrid or full electric car;
            • drastically reduce consumption of meat and fish: this will be good for your health and good for the planet. If you can, try to become vegetarian, or "near” vegetarian;
            • "insulate" your house to cut energy consumption: an insulated "class A" house consumes one third of the energy per square meter of covered space of a non-insulated habitat;
            • put photovoltaic solar panels on all available surface areas (on the roof of your house, on car park roofs, on a "photovoltaic " green houses...). Use also thermal solar panels for water and home heating.
            • educate your family, friends and community to speed up the decarbonization of the economy.
            The lobbies of traditional energy companies are slowing down the process of transition to a world with very low or no fossil fuels consumption.

            We, millions of citizens, can win the lobbies with our daily commitment in our individual lives and in our interactions with the institutions that we elect.

            Referendum Costituzionale confermativo - IO VOTO SI

             Il prossimo ottobre si terrà il "Referendum Costituzionale Confermativo " per ratificare la riforma costituzionale già approvata dal Parlamento.
            Oggi si è aperta la raccolta di firme organizzata dal PD in diversi comuni d'Italia per raccogliere firme in supporto del " SI " al Referendum.

            Io sono andato al più vicino "Gazebo" ed ho posto la mia firma a supporto del SI alla riforma costituzionale e mi auguro che milioni di cittadini in tutta Italia facciano lo stesso nelle prossime settimane.

            Questa "Riforma Costituzionale" non è certo perfetta, ma segna comunque un grande progresso nel rendere la vita democratica più' EFFICIENTE, VELOCE, MENO COSTOSA.

            È' UN GRANDE PASSO AVANTI per un'Italia più moderna e più giusta: non solo mi auguro, ma sono convinto che il Referendum di ottobre vincerà.

            I punti salienti per cui voterò  SI sono:
            • Eliminazione del bicameralismo perfetto tra Camera e Senato e quindi del ping - pong lungo e imprevedibile del processo legislativo
            • Una legge elettorale che permette la governabilità: chi vince governa per 5 anni, come nella stragrande maggioranza dei paesi democratici, e poi si sottopone al giudizio degli elettori. Basta governi che durano uno o due anni, se non pochi mesi.
            • Riduzione dei costi della politica grazie alla eliminazione delle Provincie ed alla riduzione dei parlamentari. Ed in questo modo riduzione anche dei potenziali punti di clientelismo e di corruzione.
            Certo ci sono delle lacune e molti miglioramenti possibili: si faranno progressivamente in futuro. Ma intanto questa Riforma Costituzionale è un grande passo avanti per rendere il nostro Paese più' stabile, e la nostra democrazia più efficiente e più giusta, senza toccare i valori fondamentali della Carta Costituzionale attuale, che è stupenda, ma che risente del periodo storico in cui fu scritta ( dopo la caduta del fascismo ) e che ha bisogno dei necessari adeguamenti alle mutate condizioni storiche.