domenica 31 gennaio 2016

Le 3 "vecchie" grandi sfide dell'Umanità

Circa trenta anni fa, nella seconda metà degli anni 80, scrissi una lettera ai miei figli, indicando quali erano, secondo me, le tre più grandi sfide per l'umanità, che la loro generazione avrebbe dovuto affrontare e cercare di risolvere:
1. L'eccessiva diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza nel mondo.
2. L'eccessiva crescita della popolazione mondiale.
3. L'inquinamento ed il global warming, dovuto all'eccessivo consumo di combustibili fossili.
Nel 2005, riprendevo questi concetti nella "Letter from the Founder" della Pistorio Foundation (www.pistoriofoundation.org).
Dove siamo oggi?

Purtroppo sul primo punto, la situazione è peggiorata: l'ultimo rapporto Oxfam, indica che le 62 (ripeto sessantadue) persone più ricche del mondo possiedono la stessa ricchezza delle 3.500.000.000 (ripeto tre miliardi e cinquecento milioni di) persone più povere del mondo: le 62 persone più ricche possiedono la stessa ricchezza della metà più povera dell'intera popolazione mondiale!
ASSURDO E VERGOGNOSO.
Tornerò su questo punto in un altro momento.

Sul secondo punto, la situazione continua ad essere molto negativa. Siamo già oltre
7 miliardi di esseri umani sul pianeta ed ogni anno nascono circa 140 milioni di bambini e muoiono circa 60 milioni di esseri umani: ogni anno cioè la popolazione mondiale continua ad aumentare di circa 80 milioni di unità: è come se una popolazione grande come quella dell'intera Germania si aggiungesse al mondo ogni anno.
SIAMO TROPPI ed il pianeta e le sue istituzioni non c'è la fanno ad offrire a tutti una qualità della vita decente.
Per fortuna ci sono dei segni di rallentamento nella crescita della popolazione mondiale ed il fertility rate, che è l'indicatore più importante delle tendenze future, è in continua diminuzione: grandi sistemi macroeconomici, come l’EU a 28, gli USA, il Giappone, la Russia e tutti i paesi dell'ex Unione Sovietica, la Cina, il Brasile e molti altri paesi più piccoli in termini di popolazione, sono ad un fertility rate uguale o minore di 2, che è il livello di equilibrio della popolazione dopo alcuni decenni di transizione.
Segni positivi, ma il processo è TROPPO LENTO.
Anche su questo punto tornerò in un altro momento.

Sul terzo punto, invece, credo che l'umanità sta muovendosi nella direzione giusta.
Dopo il disastro di Fukushima, è finita l'illusione di una possibile "rinascita nucleare": le tecnologie nucleari esistenti oggi, non solo non sono sicure, ma non sono neanche economicamente convenienti. Nuove tecnologie capaci di generare energia commerciale da nucleare pulito, sicuro, economico, arriveranno molto probabilmente nella seconda metà di questo secolo. Ma oggi il nucleare esistente è in forte declino in tutto il mondo.
D'altra parte i combustibili fossili sono responsabili per l’inquinamento che crea milioni di morti all'anno nel mondo, mentre i fenomeni estremi creati dal global warming aumentano ogni anno di frequenza ed intensità: entrambi questi elementi creano centinaia di miliardi di $ di danni economici ogni anno.
Ed inoltre i combustili fossili sono alle base di molte instabilità geopolitiche e spesso di guerre e finanziano il fondamentalismo islamico.
L'unica soluzione alla sfida energetica nel medio periodo è rappresentata dal RISPARMIO ED EFFICIENZA ENERGETICA E DALLE FONTI RINNOVABILI.
Oggi esistono tutte le tecnologie per ELIMINARE praticamente i combustibili fossili entro due o tre decadi. Il costo dell'energia elettrica dalle nuove fonti rinnovabili, sia l'eolico che il fotovoltaico, sarebbero largamente e competitive già oggi con le fonti fossili, se queste ultime fossero gravate dai costi dei danni collaterali che generano. Purtroppo oggi questi costi sono pagati dalla collettività e non sono caricati sui costi dei combustibili fossili che li creano. Il meccanismo perverso è semplice: i profitti dai fossili vanno a poche decine migliaia di azionisti e di grandi manager delle società energetiche tradizionali, mentre i danni collaterali sono pagati da miliardi di persone delle comunità civili: basterebbe una forte carbon tax, che compensi gli enormi danni collaterali (adottata da molti se non tutti i Paesi del mondo) per rendere i combustibili fossili fuori mercato e quindi eliminarli in breve tempo.

Ma purtroppo le lobbies delle società energetiche sono talmente forti da influenzare spesso i governi e ritardare la de-carbonizzazione dell'economia.

Ma il processo è ormai inarrestabile ed accelera ogni anno.
   Molti Paesi hanno intensificato questo processo di de-carbonizzazione, con la Cina che oggi è il Paese che investe più di tutti nelle fonti rinnovabili, perché costretto da un inquinamento devastante sia dal punto di vista umano che economico. Il Giappone che, dopo Fukushima ha marginalizzato la componente nucleare del suo mix energetico. Gli USA che accelerano il loro impegno, specie in alcuni stati come la California. E se in genere purtroppo l'Europa ha rallentato, i Paesi Scandinavi e la Germania continuano il loro impegno. E le rinnovabili si diffondono rapidamente in molti paesi nel mondo. Senza considerare le iniziative di comunità locali che contano ormai centinaia di città piccole e medie, e anche metropoli come Copenaghen, che sono già carbon neutral o che hanno l'obiettivo di diventarlo entro una decade.
   Le tecnologie continuano a sviluppare sempre più prodotti efficienti e a ridurre i costi, che continuano anche a calare col crescere dei volumi (learning curve). Oggi i pannelli fotovoltaici, per esempio, costano il 70% in meno di quello che costavano 10 anni fa, e si prevede che i costi continueranno a scendere rapidamente nei prossimi anni. Inoltre le reti intelligenti e le tecnologie dell'accumulo stanno muovendosi rapidamente ed entro i prossimi 10 anni saranno in grado di risolvere a costi accettabili il problema dell'intermittenza delle fonti rinnovabili. Questo sviluppo tecnologico ed industriale, renderà sia l'eolico che il fotovoltaico, competitivi verso i combustibili fossili entro i prossimi 10 anni, anche senza alcuna carbon tax.
   Molte grandi e medie aziende nel mondo hanno sposato la causa ecologica e molte investono per diventare carbon neutral. Praticamente tutte le società quotate nelle maggiori Borse mondiali hanno nelle loro policy la Corporate Social Responsibility (CSR) con una componente importante nell'impegno ecologico. Voglio ricordare che la STMicroelectronics, lanciò una grande campagna ambientale già nel 1993, quando ne ero io il CEO.
   Ed infine la componente più importante del processo di de-carbonizzazione dell'economia mondiale è la presa di coscienza di centinaia di milioni di cittadini nel mondo che hanno a cuore la qualità della vita nel nostro pianeta, sia per la nostra generazione e soprattutto per i nostri figli e nipoti. Ed oggi abbiamo anche una voce autorevolissima, come quella di Papa Francesco, a favore del Pianeta.
È questo impegno diffuso e crescente in atto che sta incidendo sui comportamenti individuali nel senso della sostenibilità ambientale, e che allo stesso tempo spinge le istituzioni verso leggi e normative a favore dell'ambiente.


Sono convinto che l'umanità sta vincendo questa grande sfida: ma tutti i cittadini responsabili devono continuare ad impegnarsi per accelerare il processo e salvare milioni di vite umane e risparmiare per la collettività centinaia di miliardi di danni economici.



Humanity’s three biggest and "oldest" challenges

About thirty years ago, in the late '80s, I wrote a letter to my children, indicating what were, in my opinion, humanity’s three biggest challenges that their generation would have to face and try to resolve:
1. The excessive inequality in the distribution of wealth in the world.
2. The excessive global population growth.
3. Pollution and global warming, due to the excessive consumption of fossil fuels.
In 2005, I resumed these concepts in the "Letter from the Founder" of the Pistorio Foundation (www.pistoriofoundation.org).
Where are we today?
Unfortunately, on the first point, the situation has worsened: the latest Oxfam report, indicates that the 62 (I repeat, sixty-two) richest people in the world possess the same wealth of 3,500,000,000 (I repeat, three billion and five hundred million) of the poorest people in the world: the 62 richest people have the same wealth of the poorest half of the world population!
ABSURD AND SHAMEFUL.
I will return to this point another time.

On the second point, the situation continues to be very negative. We are already over
7 billion human beings on this planet and each year about 140 million children are born and about 60 million human beings die: that is, the world's population continues to increase by about 80 million people each year, as if a large population same as that of the whole of Germany is added to the world each year.
WE ARE TOO MANY and the planet and its institutions cannot offer everyone a decent quality of life.
Fortunately there are some signs of a slowdown in the growth of world population and the fertility rate, which is the most important indicator of future trends, is continuously decreasing: major macroeconomic systems, such as the EU 28, the USA, Japan, Russia and all the countries of the former Soviet Union, China, Brazil and many other smaller countries in terms of population, are at a fertility rate equal to or less than 2, which is the equilibrium level of the population after several decades of transition.
They are positive signs, but the process is TOO SLOW.
To this point too, I will return another time.

On the third point, however, I believe humanity is moving in the right direction.
After the Fukushima disaster, the illusion of a possible "nuclear renaissance" has ended: the existing nuclear technologies today are not only unsafe, but also not cost-effective. New technologies which generate commercial energy from nuclear that is clean, safe and cheap will come most likely in the second half of this century. But today, the existing nuclear power is on the decline, worldwide.
On the other hand, fossil fuels are responsible for pollution that causes millions of deaths per year worldwide, while the extreme weather events created by global warming increases in frequency and intensity each year: both these elements create hundreds of billions of $ of economic damage every year.
And also fossil-fuel are at the root of many geopolitical instabilities and often wars, and fund Islamic fundamentalism.

The only solution to the energy challenge over the medium term is represented by ENERGY SAVING AND EFFICIENCY, AND RENEWABLE SOURCES.
Today we have all the technologies to virtually ELIMINATE fossil fuels within two or three decades. The cost of electricity from new renewable sources, both wind and photovoltaic power, would already be today widely competitive with fossil fuels, if these were encumbered with costs from the collateral damage they generate. Unfortunately, today these costs are paid for by the community and are not loaded on the costs of fossil fuels that generate this pollution. The perverse mechanism is simple: profits from fossil fuels go to a few tens of thousands of large shareholders and managers of traditional energy companies, while the collateral damage is paid for by billions of people of the community: it would take only a heavy carbon tax to compensate for the enormous collateral damage (adopted by many, if not all the, countries in the world) to kick fossil fuels out of the market and thus eliminate them in a short time.

Unfortunately the lobbying powers of energy companies are so strong as to influence often governments and delay the decarbonisation of the economy.

But the process is unstoppable and accelerates every year.
  • Many countries have stepped up the decarbonisation process: China today is the country that invests, ahead of many, in renewable sources, because it is forced to by devastating pollution, from both the human and economic perspectives. Japan, after Fukushima, has marginalized the nuclear component of its energy combination. The USA are accelerating their efforts, especially in some states such as California. And if sadly unfortunately Europe has slowed down, the Scandinavian countries and Germany continue with their commitment. Renewables are spreading rapidly in many countries in the world. Not to mention local community initiatives that count now hundreds of small and medium cities, and even metropolises, which are already carbon neutral such as Copenhagen, or have the goal of becoming such within a decade.
  • The technologies continue to develop ever more efficient products and to reduce costs, which also carry on declining with the increase in volumes (learning curve). Today's photovoltaic panels, for example, cost 70% less than what they cost 10 years ago, and it is expected that these costs will continue to fall rapidly in the coming years. In addition, intelligent networks and technologies of accumulation are moving quickly and within the next 10 years we will be able to solve the problem of intermittency in renewable sources at acceptable costs. This technological and industrial development will render the wind and photovoltaic competitive compared with fossil fuels within the next 10 years, even without any carbon tax.
  • Many large and medium-sized companies in the world have taken up the ecological cause and many invest in becoming carbon neutral. Virtually all companies listed on the world's major stock markets have in their Corporate Social Responsibility (CSR) policies an important ecological commitment component. I want to remember that STMicroelectronics launched a massive environmental campaign in 1993, when I was its CEO.
  • And finally the most important component of the world’s economy process of decarbonisation is the realization from hundreds of millions of citizens around the world who care about the quality of life on our planet, both for our generation and especially for our children and grandchildren. And today we also have an authoritative voice, such as that of Pope Francis, who speaks for the benefit of the planet.
It is this widespread and growing commitment that is affecting individual behaviour in the direction of environmental sustainability, and at the same time pushing the institutions to pass laws and regulations to protect the environment.


I am convinced that humanity is winning this great challenge, but all responsible citizens must continue their efforts to speed up the process, to spare millions of lives and to save society from hundreds of billions of economic damage.

venerdì 15 gennaio 2016

The Low Price of Oil and ISIS


The low price of oil is a big “natural” weapon to accelerate the defeat of the plague of ISIS.

Oil is by far the main source of their funding: either directly by selling contraband oil produced in the territories occupied by them; and indirectly with the occult financing of some sympathising and oil rich entities.

With the collapse of oil prices, both of these sources of funding become more difficult to obtain and will have a greatly reduced economic impact.

And if the countries fighting ISIS (especially USA, Russia, France and UK) intensify the bombing of oil installations and infrastructures in the territories occupied by ISIS, these fanatical criminals would be defeated in a few months:

NO OIL = NO ISIS

Tankers, that are used in the occupied territories and carry oil to refineries or to the points of contraband sale, should be the first and easy targets. But also refineries, oil extraction systems from wells, pipelines and any oil infrastructure in the occupied territories, must be neutralised. Without the fuel for their own military means, and without revenues from oil that finance heavily their army and all their terrorist activities, ISIS will deflate as a military threat and as a pole of attraction of many desperate and lost souls around the world who are quick to join this criminal folly.

NO OIL = NO ISIS

It is hoped that the low price of oil will last long: it helps fight ISIS, and it is a strong support to the global economy in trouble.

And the world's economies can, not only keep down the price of oil, but also completely eliminate it within a few decades with a determined effort on energy efficiency and renewable sources.


It can be done ... and it is happening, although not quickly enough.