lunedì 24 ottobre 2016

La sfida dell'Europa davanti alla tragedia dei MIGRANTI

La tragedia delle guerre e della povertà in molti paesi africani, sta creando flussi enormi di migranti verso l'Europa, dove stanno creando problemi sociali dirompenti alimentando allo stesso tempo movimenti politici populisti, e in alcuni casi perfino razzisti.
Oggi è a rischio la stessa costruzione dell'Europa se non si risolve il problema dei migranti.

Il primo concetto da sottolineare è che l'Europa è il sistema macroeconomico più avanzato al mondo nel campo della solidarietà sociale e dei diritti umani: NOI DOBBIAMO MANTENERE QUESTI FONDAMENTALI PRINCIPI DI SOLIDARIETÀ UMANA E DOBBIAMO RISPONDERE  CON L'ACCOGLIENZA O CON ALTRE MISURE ADEGUATE ALLA DISPERAZIONE DI MILIONI DI ESSERI UMANI SPINTI DALLE GUERRE O DALLA MISERIA A CERCARE UNA NUOVA PATRIA. L'Europa lo ha fatto per decenni e deve continuare a farlo. L'Italia è stata ed è un grande esempio di solidarieta' umana.

Il secondo concetto è che il fenomeno è diventato di dimensione tali che non può essere risolto da uno a pochi Paesi Europei: SOLO UNO SFORZO COMUNE DI TUTTA LA COMUNITÀ EUROPEA può risolvere adeguatamente il problema.

Il terzo concetto è il fatto ovvio che LA SOLUZIONE DELL'ACCOGLIENZA PUÒ ESSERE SOLO PARZIALE E TEMPORANEA. L'UNICA SOLUZIONE DI LUNGO TERMINE Ė QUELLA DI CREARE NEI PAESI DI ORIGINE DEI MIGRANTI LE CONDIZIONI DI PACE E DI SVILUPPO ECONOMICO che consenta ai loro cittadini di trovare una vita dignitosa in patria.

Fatte queste premesse, resta la sfida di come affrontare il problema nel breve termine.

A questo scopo vanno applicate, secondo me, 5 regole fondamentali:

  1. Il primo fattore da considerare è che il numero di migranti che si possono accogliere in qualsiasi Paese Europeo, non può superare il limite di persone che possono essere integrate senza sconvolgere il contesto sociale esistente: superare questo limite porta a contratti sociali e fenomeni di rigetto pericolosi. A mio giudizio, tale limite consiste nello 0.1 / 0.2 % all'anno della popolazione locale (misurata su base comunale). In Italia questo vuol dire circa 80-100 K persone all'anno, equamente distribuire su tutto il territorio nazionale. Su base Europea, significa circa 600-700 K persone all'anno distribuire equamente su tutti I Paesi comunitari.
  2.  I migranti accolti in Italia ( e lo stesso vale per gli altri Paesi ) devono conoscere ed impegnarsi a rispettare le leggi e I costumi locali : in caso contrario scatta automaticamente l'espulsione.
  3.  Tutti I nuovi accolti, vanno sistemati in campi o strutture di accoglienza dove per I primi sei mesi, tutti le persone dai 15 anni in su devono frequentare un corso scolastico di integrazione accelerata ( pagato dallo Stato ) comprendente 4 materie: Italiano, Educazione Civica ( compresa la pianificazione familiare ), Elementi di matematica, informatizzazione informatica. Alla fine del corso, un esame semplice verificherà lo stato di progresso e la reale volontà di integrarsi. Chi non passa l'esame viene rimpatriato.
  4.  Alla fine del corso, tutti I migranti di età superiore ai 18 anni devono lavorare, o presso una società pubblica o privata con le stesse condizioni di trattamento degli italiani, oppure devono accettare lavori di pubblica utilità regolarmente remunerati. Ma tutti devono inserirsi  nel mondo del lavoro, mentre I minori devono partecipare alle scuole pubbliche nazionali.
  5.  L'eccessiva differenza di "Tasso di fertilità " tra italiani e migranti può creare nel medio periodo un squilibrio eccessivo verso le etnie e le culture e le religioni dei migranti. Ed anche questo fenomeno se avviene nell'arco di secoli non è importante, ma se avviene in pochi decenni può essere fortemente destabilizzare per le comunità locali. Si impone quindi, anzitutto attraverso l'educazione, ma poi anche con l'imposizione fiscale, un tasso di fertilità medio inferiore a due figli per donna ( in Italia il tasso di fertilità è 1.5 ). Il concetto è quello di tassare le nascite dal terzo figlio in poi, in modo crescente. Da applicare ovviamente sia per gli Italiani che per gli I'mmigrati.

Se si applicano queste 5 regole si può avere una immigrazione integrabile nel tessuto sociale dei vari Paesi europei senza creare squilibri e tensioni.

Ma cosa si fa quando I flussi migratori superano ( come probabilmente avverrà nei prossimi anni o addirittura decenni ) il limite sopra definito della capacità di integrazione.
La risposta è la creazione di GRANDI CAMPI DI ACCOGLIENZA in alcuni Paesi amici del Nord -Africa ( come per esempio il Marocco, la Tunisia, l'Algeria ...) dove la Comunità
Europea si impegna a creare le condizioni di sistemazione temporanea decorosa
con tutti I servizi ( abitazioni, scuole, ospedali, attività agricole ed industriali ... ) nonchè la gestione di avviamento ed anche la difesa militare per qualche decennio finchè non si ripristinino le condizioni di rientro dei migranti nei Paesi di origine.
Per esempio, l'Algeria potrebbe mettere a disposizione diecine di migliaia di Km quadrati di deserto, che possono essere irrigati da enormi impianti di desalinazione, dove si possono Installare comunità di centinaia di migliaia di migranti con scuole ospedali Ed attività agricole ed industriali: l'Europa sopporterebbe tutti I costi di avviamento e di gestione e di difesa fino a che le comunità possono essere autosufficienti. Il Paese ospitante che resta padrone del territorio ne avrebbe benefici commerciali durante la vita dei campi e si ritroverebbe con centri altamente sviluppati, quando I migranti ritornerebbero nei loro Paesi di origine.
La creazione, la gestione e la difesa di questi Campi di Accoglienza temporanea sarebbe un costo enorme per l'Europa, ma certamente meno dirompente di una accoglienza incontrollata in Europa -- e sarebbe compatibile con I suoi PRINCIPI ETICI E SOCIALI.

Infine  questi campi temporanei accelererebbero lo sviluppo economico di tutta l'Africa
con una ricaduta di sviluppo conomico e di benessere anche per l'Europa.

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