sabato 18 ottobre 2014

Riflessioni sullo "Statuto dei Lavoratori" ed articolo 18

Care amiche e cari Amici,

Si discute in questi giormi della possibilità di abolire l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Questo fatto, per la sinistra italiana e per il sindacato, in particolare per CGIL e FIOM, sarebbe una violenza inaudita sui diritti dei lavoratori che oggi sono protetti dall'obbligo di riassunzione da parte del datore di lavoro in caso di licenziamento su cui non sia provata in tribunale "la giusta causa”.

Questa protezione si applica anche nel caso di licenziamenti disciplinari, e cioè  ai casi in cui il licenziamento fosse stato causato da fatti come assenteismo, parassitismo, fannullonismo...E poichè provare la giusta causa in tribunale è difficilissimo ( anche gi addetti allo smistamento bagagli che rubavano dalle valigie alla Malpensa, non si sono potuti licenziare..), ed i processi di lavoro durano anni, alla fine le imprese trovano molto più semplice non assumere a tempo indeterminato. Sono nate così le varie forme di precariato, come difesa da parte delle imprese dalla rigidità delle norme sul lavoro e difesa dalla cultura sindacale. E se la legge imporrà che tutti i contratti siano solo a tempo indeterminato, tutti con la protezione dell'articolo 18, allora le imprese non assueranno, punto e basta.

Le piccolissme imprese, ( mamma, papà figli e qualche fedele dipendente ) dove non arriva il sindacato andranno avanti; le piccole continueranno a restare ferme o a chiudere; le medie e grandi continueranno ad andare all'estero ( e non c'è bisogmo di pensare alla Cina, bastono i paesi europei dell'est della EU, come Polonia, Rep Ceca, Romania... ). In altri termini, se continua a prevalere la cultura sindacale che di fatto "protegge" i parassiti in azienda, e la rigidita' delle norme sul lavoro, allora la disoccupazione continuera' ad aumentare, anche se si correggeranno tutte le altre cause di non competitivita' del sistema produttivo italiano ( burocrazia, tempi della giustizia civile, tasse sul lavoro e sulle imprese ).

Le attuali rigidità delle leggi sul lavoro ( articolo 18 in testa ) la cultura sindacale antagonista di fatto verso l'impresa e protettrice ( magari involantariamente ) di parassiti e fannulloni, sono una componente rilevante dei nostri problemi occupazionali, della fuga delle imprese all'estero, del bassissimo livello di investimenti esteri in Italia, della produttività stagnante da decenni nel nostro sistema produttivo e del costo del lavoro per unità di prodotto molto alto ( rispetto a i paesi concorrenti ) nonostante i salari bassi.

Lo Statuto dei Lavoratori, nato come uno strumento di giustizia sociale, e che ha svolto questa funzione negli anni 70 , è poi via via diventato uno strumento di protezione di comportamenti negativi ( quali l'assenteismo ed il fannulonismo ) che si sono sempre più diffusi prima nelle grandi imprese e poi via via ovunque arrivasse la presenza "pesante" del sindacato.

Oggi nell'era della globalizzazione, non ce lo possiamo più permettere.

O convinciamo tutti i paesi concorrenti ad adottare le stesse norme sul lavoro, ( ci pensate alla Cina con lo Statuto dei Lavoratori italiano? - eppure sono comunisti.. );  o l'Italia esce non solo dall'euro ma da tutto il sistema commerciale mondiale ( tipo la Corea del Nord o l'Italia fascista ) e diventa un paese medioevale; oppure si cambiano le norme sulla rigidità del lavoro, rendendolo flessibile in entrata, in attività, ed in uscita, allo stesso tempo mantenendo le protezioni del sistema europeo ( come la flexsicurity ).

Francamente dobbiamo renderci conto che lavorare seriamente 1800 ore all'anno ( non 1600 come è oggi di fatto ) e mettere nel sistema di remunerazione massicce dosi di meritocrazia ( i piu bravi e volenterosi vanno premiati, i meno produttivi ed i lavativi vanno penalizzati e se necessario licenziati) è un fatto di giustizia sociale e non toglie NULLA ai diritti dei lavoratori.

E non è "stressante" e non fa male alla salute. E' invece stressante e fa male alla salute la disoccupazione al 12.5% ( al Sud piu del 20% ) e quella giovanile al 43% ( al Sud più del 60%).

Ciao
Pasquale


P.S. Io sono un uomo che ha speso  più di cinquanta anni a diretto contatto col sistema manufatturiero italiano e di molti paesi esteri. Sono sempre stato di "sinistra" intesa come cultura politica che include " libertà democratiche, sviluppo economico e solidarietà sociale” e che premia anche la "Meritocrazia".
Ho 78 anni e continuo a lavorare ( da due anni all'estero ), come consulente o in volontariato,  e non sono né stanco né stressato...e spero di continuare a farlo fino a cento anni.
Poi vado veramente in pensione.