lunedì 28 febbraio 2022

Putin's invasion of Ukraine


The criminal decision of the dictator Putin to invade Ukraine is to be condemned by all countries, and the west (US and Europe) is imposing economic sanctions to “punish” the aggressor.  Russia believes it can bend Europe by threatening to end supplies of gas and oil.  This however, will ultimately be the real sanction that Putin will have self-imposed on himself. In fact, his blackmail will accelerate the energy transition in Europe towards renewables, and in a few years, Russia will have lost one of its major sources of finance.  


Europe will suffer in the short term, but will surely be able to overcome a few years of difficulties by saving, using the strategic reserves of fossil fuels, and increasing imports from other suppliers and increasing its own internal production from various sources (gas, coal, and nuclear for those countries who dispose of it), but most of all, accelerating as much as possible the installation of wind and solar plants. 

The latter will especially be spearheaded by citizens and institutions, and its impact will be immediate.  Italy, especially, which is the country most dependent on Russian gas, can aim on solar energy thanks to the hours of sun it has and to a national producer of technologically advanced solar panels such as Enel.  In addition, with the annual cost of solar panels and with existing incentives, the pay-back (both for single individuals and for companies), is of only 4-5 years (depending on the regions) and one has free energy for another 25 years: an excellent investment.  It is the role of Institutions to support this process.  


Italian translation:

La criminale decisione del dittatore Putin di invadere la Ucraina va condannata da tutti i Paesi civili e l’Occidente (USA ed Europa) sta imponendo sanzioni economiche per “punire” l’aggressore. La Russia crede anche di poter piegare l’Europa col ricatto di fermare le forniture di gas e petrolio. Questa però sarà alla fine la vera maggiore sanzione che Putin si sarà autoimposto. Infatti il suo ricatto farà accelerare la transizione energetica dell’Europa verso le fonti rinnovabili e in pochi anni la Russia avrà perso una delle fonti maggiori dei suoi finanziamenti.

L’Europa soffrirà nel breve periodo, ma potrà certamente superare qualche anno di difficoltà risparmiando, usando le riserve strategiche di combustibili fossili, aumentando le importazioni da altri fornitori e aumentando la propria produzione interna da varie fonti (come la stesso gas, il carbone, ed il nucleare per i Paesi che ne dispongono). Ma sopratutto accelerando al massimo le installazioni di eolico e fotovoltaico.

Quest’ultimo specialmente sarà installato da cittadini ed Istituzioni ed il suo impatto sarà immediato. L’Italia, in particolare, che è il Paese più dipendente dal gas russo, può puntare sul fotovoltaico grazie alle ore di sole di cui dispone e grazie ad un produttore nazionale di pannelli fotovoltaici tecnologicamente avanzati quale è ENEL. Inoltre, col costo attuale dei pannelli fotovoltaici e con gli incentivi esistenti, il pay-back (sia per singoli cittadini che per le imprese) è solo di 4–5 anni (a secondo delle regioni) e poi si ha l’energia gratis per altri circa 25 anni: un ottimo investimento. Compito delle Istituzioni è quello di sostenere questo processo.

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