Gli anni 20 (2020 - 2029) saranno ricordati come gli
anni delle grandi sfide per l’Italia e forse...per l’intera Europa e la
collettività umana.
Queste sfide sono:
- Il Coronavirus
- La crisi economica
- Gli effetti della crisi ambientale
1. Il Coronavirus
Questa “pandemia“ è cominciata alla fine dell’anno scorso
in Cina, ma si è diffusa con violenza e rapidità, a partire dall’inizio di
quest’anno, prima in Cina, poi in
Giappone, poi in Italia, e poi via via in tutta l’Europa ed ormai a fine marzo è
diffusa in tutti i paesi del mondo.
Le caratteristiche più rilevanti di questo virus sono il
lungo tempo di incubazione (circa due settimane) che purtroppo permette che
il contagio sia portato da individui asintomatici ma infetti, la sua facilità
di contagio e la mortalità elevata nelle persone che abbiano ridotte immunità
naturali e cioè persone anziane in genere e soggetti con patologie pregresse.
Questo ha fatto sì che ad oggi (26-3-2020) ci siano in
Italia quasi 80.000 infetti e quasi 8000 morti, ed una richiesta di ricoveri che ha portato al quasi collasso il
sistema sanitario italiano. E la situazione è simile in tutti i paesi in cui la pandemia è più diffusa. Gli infetti
nel mondo sono quasi 500.000 ed i morti quasi 50.000.
Ad oggi non esistono cure, anche se si stanno studiando
molti prodotti, con alcuni già in fase di sperimentazione (la più promettente
sembra essere oggi l’Avigan giapponese che si sta sperimentando in Cina, Giappone, Indonesia, ed ora anche in Veneto,
con risultati incoraggianti).
Io credo che prima che la diffusione sia messa sotto
controllo gli infetti supereranno i 10 milioni di individui nel mondo ed i
morti più di un milione.
Alcuni Paesi, economicamente sviluppati (come gli USA),
che hanno tardato a prendere misure di contenimento, pagheranno un prezzo più
alto in termini di contagi e di vittime. Ed è difficile prevedere cosa potrebbe
succedere in Paesi come l’India, altri Paesi Asiatici, e molti Paesi Africani,
dove c’è un sistema sanitario molto carente.
Comunque io credo che entro la fine di giugno saranno
disponibili dei farmaci capaci di arginare le conseguenze del contagio e
ridurre fortemente la mortalità. Questi farmaci si diffonderanno in massa nella
seconda metà di quest’anno, in attesa che la comunità scientifica mondiale
produca un vaccino che sarà pronto probabilmente fra un anno.
Il Coronavirus comunque sarà la maggiore tragedia che
colpirà l’umanità nel 2020 e in buona parte anche del 2021.
La soluzione verrà dalla comunità scientifica mondiale e
da una accresciuta solidarietà mondiale sia dal punto di vista scientifico, che
dal punto di vista umanitario ed economico.
2.La crisi economica.
Per arginare l’emergenza mondiale sanitaria da
Coronavirus, è necessario limitare i “contatti” sociali sia nella vita
quotidiana delle persone che in tutte le attività produttive, nazionali ed
internazionali.
Questo sta creando un forte calo della crescita economica in
tutto il mondo, con alcuni paesi con economie già deboli, come l’Italia, che
sono entrate in recessione. È probabile che quest’anno tutta l’Europa sia a
crescita zero o addirittura in recessione, mentre l’intera economia mondiale
subirà un forte rallentamento se non addirittura la stagnazione.
Le conseguenze saranno drammatiche in quanto nel 2020 e
2021 si perderanno nel mondo decine di milioni di posti di lavoro stabili e si
creeranno decine di milioni di nuovi disoccupati o sottoccupati con tutte le
tensioni sociali che ciò comporterà.
E purtroppo la ripresa economica sarà lenta perché molte
aziende, specialmente le piccole e piccolissime saranno fallite.
Io temo che la
ripresa economica mondiale sarà molto lenta e ci vorranno due/tre anni prima
di tornare ai livelli di prima della crisi.
Le conseguenze saranno devastanti dal punto di vista
sociale con forte crescita della criminalità e dei flussi migratori dai paesi
più poveri verso quelli più economicamente sviluppati.
La fame e le violenze potrebbero creare moltissimi morti forse più di quanti ne creerà il Coronavirus.
Credo che molti governi, e molte istituzioni
sovranazionali se ne rendano conto e si stanno già prendendo delle misure
correttive, sopratutto dal punto di vista finanziario, immettendo nel sistema
finanziario migliaia di miliardi di liquidità per sostenere le economie del
mondo. Già oggi la FED americana ha stanziato 2000 miliardi di dollari e la BCE 1000 miliardi di
Euro ed altri interventi governativi sono in atto od allo studio.
Ma questi interventi finanziari, anche se fondamentali
nel breve, non saranno risolutivi nel medio e lungo termine.
Bisogna attaccare un grande problema di fondo:
l’eccessiva disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza nel mondo.
È scandaloso leggere dalle ricerche qualificate che oggi
le 26 (si, proprio ventisei) persone più ricche del mondo posseggono la stessa
ricchezza delle 3.800.000.000 (si, tre miliardi e ottocento milioni) delle
persone più povere del mondo, e che oltre 1 miliardo di persone vive con 1,25
dollari al giorno.
Questa vergognosa disuguaglianza rappresenta un
fallimento di tutta la società umana. Ovviamente questa enorme disuguaglianza è
molto più marcata nei paesi più
sottosviluppati economicamente, ma è pesante anche in società più avanzate come
l’Italia (i paesi scandinavi, sono quelli più avanzati nella
giustizia sociale).
È urgente che tutti i governi mettano la lotta alla
diseguaglianza economica in cima alle loro priorità agendo con politiche
fiscali fortemente redistributive e con l’estensione dello stato sociale in
tutti i paesi del mondo fornendo a tutti gratuitamente i servizi di base
fondamentali come assistenza sanitaria,
educazione scolastica (primaria e secondaria - fino alla scuola dell’obbligo a
18 anni), infrastrutture fisiche fondamentali, incluse le reti informatiche, ed
infine accesso a beni essenziali come
elettricità ed acqua a tariffe fortemente scontate per i consumi procapite molto bassi. Queste
politiche redistributive comporteranno forti aumenti delle tasse sui ceti più
ricchi per compensare la riduzione delle tasse sui ceti più deboli e per
finanziare le misure di “stato sociale“ sopra descritte.
È ovvio che questo processo sarà molto lungo (almeno due
decenni) ma bisogna cominciare subito per contrastare la crisi economica
prodotta dal Coronavirus.
Per l’Italia le misure da prendere sono semplici e
possono essere introdotte quest’anno:
- Una tassa sul patrimonio pari al 1% del patrimonio posseduto esclusa la prima casa con valore catastale inferiore ad 1 Milione di Euro ed esclusi tutti gli altri beni mobiliari fino a 200 Mila Euro.
- Una “carbon tax“ (per esempio di 40 Euro per tonnellata di
Co2 emessa, come esiste in Norvegia). Questa tassa sarebbe utile non solo per
portare soldi nelle casse dello Stato, ma anche per accelerare la transizione
energetica verso fonti rinnovabili e combattere il cambiamento climatico e
l’inquinamento. (Tra l’altro aiuterebbe molto la salute dei cittadini e le
finanze pubbliche per il risparmio in spese mediche.
Incidentalmente secondo alcuni studiosi, l’inquinamento atmosferico aumenta la diffusione del Coronavirus). - Una riforma fiscale più completa sulle persone fisiche
e sulle PMI che agisca su 4 componenti:
3.1 La tassa sul patrimonio indicata sopra
3.2 la riforma dell’IRPEF introducendo le seguenti aliquote:
- fino a 12 K € l’anno aliquota 0%
- da 12.001 € a 40 K € ” 10%
- da 40.001 € a 120 K € “ 25%
- da 120.001 € a 500 K € “ 35%
- sopra i 500.000 €. “ 50%
3.3 L’ IVA: mantenere le aliquote attuali, ma escludere da qualsiasi imposta IVA tutti i prodotti alimentarii che costano meno di 3 € al Kg o al litro.
3.4 Tassa sulle PMI fino a 15 dipendenti :
- fino a 12 K € di ricavi netti aliquota. 0%
- da 12.001 a 40 K € di ricavi netti “ 10%
- sopra i 40 K € di ricavi netti “ 15%
Queste misure fiscali dovrebbero essere introdotte
contemporaneamente ad una lotta spietata contro evasione fiscale e corruzione.
Questi fenomeni di disonestà si combattono con misure repressive, ma anche e
sopratutto con misure preventive tra cui la più importante è la riduzione
dell’uso del contante a favore dell’uso di carte di credito, bancomat, bonifici
ed assegni nelle transazioni finanziarie, e cioè strumenti tracciabili.
E a questo proposito la soluzione finale sarà
l’eliminazione delle banconote.
La UE ha già
eliminato le banconote da 500 €, e sarebbe auspicabile che elimini
progressivamente nei prossimi anni le banconote da 200 €, 100 €, 50 € e così
via.
In Italia non ho più visto da qualche anno banconote da
200 €. Noi potremmo procedere ad eliminare dalla circolazione le banconote da 200 € e da 100 € subito e l’anno venturo quelle da 50 € e
da 20 €, nel senso che a mano a mano che si presentano le banche le ritirano
dalla circolazione. Ovviamente bisogna anche imporre alle banche un drastico
taglio delle commissioni sulle transazioni con strumenti tracciabili.
3. Gli effetti della crisi ambientale.
Superate la crisi sanitaria e la crisi economica, nella
seconda metà di questa decade l’umanità sarà confrontata da una crescente crisi
ambientale.
Questa crisi è già in atto con enormi danni alla salute
ed all’ambiente causate dall’inquinamento e dalla plastica monouso, dagli
incendi (come quello disastroso in Australia), dall’aumento della
desertificazione specialmente in Africa, dallo scioglimento dei ghiacciai e
l’innalzamento delle acque dei mari. I fenomeni estremi sono già molto più frequenti e
aumentano ogni anno.
Gli scienziati ci dicono che abbiamo solo una decina di
anni per evitare il punto di non ritorno che è rappresentato dall’aumento della
temperatura del Pianeta di oltre 1.5 gradi centigradi rispetto ai livelli
preindustriali.
Dobbiamo tagliare le emissioni climalteranti SUBITO.
Non possiamo perdere tempo: dobbiamo accelerare il nostro
impegno subito, altrimenti questa crisi creerà disastri ancora maggiori delle due
crisi descritte sopra.
La desertificazione di vasti territori, specialmente in Africa, ma non solo, l’invasione delle acque marine di vaste fasce costiere, le siccità e gli alluvioni crescenti forzerebbero decine forse centinaia di milioni di persone a cercare di migrare da paesi economicamente sottosviluppati, verso i Paesi più ricchi - in modo praticamente incontrollabile se non con l’uso delle armi, che è ovviamente ripugnante.
La desertificazione di vasti territori, specialmente in Africa, ma non solo, l’invasione delle acque marine di vaste fasce costiere, le siccità e gli alluvioni crescenti forzerebbero decine forse centinaia di milioni di persone a cercare di migrare da paesi economicamente sottosviluppati, verso i Paesi più ricchi - in modo praticamente incontrollabile se non con l’uso delle armi, che è ovviamente ripugnante.
Le morti per fame e violenze sarebbero di milioni
all’anno già negli ultimi anni di questa decade.
Bisogna agire subito senza aspettare che siano superate
le altre crisi.
Per fortuna oggi esistono tutte le tecnologie per
effettuare in tempi brevi la transizione energetica: è solo questione di
volontà politica.
In questa transizione l’Europa e il Giappone sono i più
avanzati.
L’Italia è in buona posizione e potrebbe essere il primo
grande Paese industriale a tagliare le emissioni del 70% entro questa decade,
per arrivare ad emissioni zero entro il 2040.
Mi limito di seguito a citare le misure che potrebbe
prendere l’Italia, mentre gli altri Paesi hanno condizioni diverse e quindi
potrebbero prendere misure simili o differenti, ma tutti dobbiamo agire subito.
Le misure suggerite per l’Italia sono:
4.1 La carbon tax
citata prima.
4.2 Obbligare i gestori a chiudere entro il 2025 le 12
centrali a carbone ancora esistenti
in Italia, trasformandole in parchi fotovoltaici.
4.3 Trasformare tutti
i mezzi di trasporto pubblico su gomma in veicoli
elettrici entro il 2023, e installare sui tetti e in tutti i parcheggi di uffici
pubblici pannelli fotovoltaici e centraline di ricarica per i veicoli elettrici,
sempre entro il 2023.1
4.4. Mantenere ed estendere fino al 2029, in modo
decrescente, gli incentivi alle fonti rinnovabili, in
particolare ai pannelli fotovoltaici sui
tetti, ed alle auto elettriche.
4.5. Chiedere con forza a tutte le grandi aziende di
trasformare il parco auto
aziendale in veicoli elettrici, e fornire i loro parcheggi di
colonnine di ricarica.
Se riusciremo a mettere in atto tutte queste misure ed
altre simili, non solo riusciremo a vincere le 3 crisi descritte, ma questa
decade può diventare una decade di svolta positiva per l’Italia e per tutta la
comunità umana.