lunedì 19 ottobre 2015

SIAMO TROPPI

L'eccessiva crescita  della popolazione mondiale e' una delle maggiorii sfide che l'umanita' deve affrontare e risolvere per costruire una societa' con una buona qualita' della vita per tutti. Ed un futuro sostenibile.

All'inizio dell'Era Cristiana, l'umanita' sul pianeta contava 160 Milioni di individui.
Ci vollero molti secoli per toccare il Miliardo all'inizio del 1800, e poi solo poco piu' di un secolo ancora per raddoppiare a 2 Miliardi nel 1927, e poi ancora solo altri 72 anni per triplicare a 6 Miliardi nel 1999.

Oggi, nel 2015, siamo 7.3 Miliardi di individui... e la crescita continua in modo insostenibile.

Ogni anno nascono circa 140 milioni di bambini e muiono circa 60 milioni di persone.

Quindi ogni anno la popolazione mondiale aumenta di circa 80 Milioni di esseri umani, pari all'intera popolazione della Germania. Ogni anno....

La nostra "Casa comune ", cioe' il nostro Pianeta e le sue istituzioni, non ce la fa ad assorbire questo enorme continuo aumento.

I nostri sistemi organizzativi non ce la fanno a dare a tutti, non solo alimentazione, ma anche un tetto, il vestiario, l'energia, le scuole, gli ospedali, i trasporti, gli spazi naturali, insomma il minimo indispensabile per una vita decente. Cosi' aumentano i poveri, gli emigranti, le tensioni sociali, i depressi, le citta' dormitorio o meglio formicai, le guerre.....

SIAMO TROPPI.

Quest'anno 2015, l'Oveshoot Day e' stato il 13 Agosto : cioe' a quel giorno, l'umanita' aveva gia' consumato tutte le risorse naturali che il pianeta puo' fornire in modo sostenibile in un anno. Dal 14 Agosto in poi stiamo consumando le risorse del pianeta che dovrebbero essere dei nostri figli e dei loro figli... Stiamo RUBANDO IL FUTURO alle generazioni che ci seguiranno.

Certo dobbiamo modificare i nostri stili di vita e consumare di meno e meglio...
Ma se la popolazione mondiale continua a crescere non c'e' scampo: avremo sempre una rincorsa verso un equilibrio impossibile da raggiungere in modo socialmente giusto. Avremo sempre piu' un allargamento delle distanze tra ricchi e poveri, crescenti tensioni sociali, distruzione dell'ambiente,....e guerre provocate dalla volonta' di assicurarsi le risorse naturali. Bisogni di sopravvivenza su cui i vari fanatismi e nazionalismi impiantano le loro distorsioni ideologiche per trascinare in avventure folli i piu' poveri ed i piu' ignoranti.

SIAMO TROPPI.

E' vero che il ritmo di crescita della popolazione mondiale rallenta, ma con questi ritmi ci vuole troppo tempo per raggiungere un livello di equilibrio sostenibile ed i disastri aumentano in quantita' ed intensita'.

Il "fertility rate", cioe' il numero di bambini che ha una donna nella sua vita, e' lentamente in diminuzione. Ed in molti paesi questo indice e' sotto il livello di equilibrio, che e' 2.01. Quando un paese scende sotto questo livello, dopo alcuni decenni la sua popolazione si stabilizza e poi comincia a scendere. ( I processi demografici hanno tempi molto lunghi ). Oggi tutti i sistemi economici avanzati hanno un indice di fertilita' sotto la soglia di equilibrio: l' Europa a 27, gli USA, il Giappone, il Canada, l'Australia. Lo stesso vale per molti paesi in via di sviluppo, inclusa la Cina, il Vietnam, il Brasile, l'Iran,  la Russia, e praticamente tutti i paesi dell'ex Unione Sovietica, ed altri ancora.

Purtroppo ancora molti, troppi paesi hanno un tasso di fertilita' ben superiore a 2, specialmente in quasi tutta l'Africa,  in molti paesi del Medio Oriente, come l'Iraq, lo Yemen, l'Egitto, la Turchia, in molti grandi paesi dell'Asia, come l'India, l'Indonesia, il Bangladesh, il Pakistan, le Philippine, e dell'America Latina, come Messico, Argentina, Venezuela.

Oggi  esiste l'urgente necessita' dell'umanita' di fermare questa folle crescita demografica - facendo leva sullo sviluppo economico, l'educazione in genere ma sopratutto l'educazione femminile e l'emancipazione femminile. I paesi sviluppati dovrebbero sostenere politiche di educazione e di pianificazione familiare ovunque possibile, condizionando gli aiuti economici a queste politiche di educazione ed emancipazione femminile e pianificazione familiare.
Nei paesi sviluppati con un fertility rate da tempo inferiore a 2, come l'Italia o il Giappone, molti si pongono il problema della popolazione che invecchia -- per cui durante una transizione lunga di molti decenni, ci saranno pochi giovani a "mantenere " molti vecchi. Questo e' un FALSO PROBLEMA, valido in passato ma non oggi.
Se consideriamo per esempio l'Italia, c'e' un enorme serbatoio di lavoro da recuperare nella disoccupazione, nella bassa percentuale di persone occupate in eta' lavorativa, nell'aumento progressivo dell'eta' pensionabile con l'aumento dell'aspettativa di vita e con una modesta quota di immigrazione integrabile.

 E poi sia per l'Italia che per tutti i paesi sviluppati, la tecnologia moderna ( con l'avvento dell'intelligenza artificiale, della robotica, della digitalizzazione dell'economia e la banda ultralarga, delle energie rinnovabili distribuite e conseguente immenso impatto sulla salute.... ) generera' un salto di produttivita' enorme, ormai avviato in tutti i campi dell'attivita' umana, che rendera' possibile produrre molto di piu' con molto meno lavoro umano. Semmai il problema sara' cosa far fare alle persone in eta' lavorativa e non come trovare abbastanza lavoratori.

Se per miracolo le nascite mondiali si bloccassero al livello delle morti (o meglio ci fossero per qualche decennio meno nati che morti ) immediatamente, non ci sarebbero piu' problemi di carenza di risorse alimentari o energetiche o di materie prime, ne' ulteriori devastazione di territori, tutti i processi di sostenibilita' diventerebbero' molto facili, e molte guerre si sgonfierebbero...

Per un Paese come l'Italia, la riduzione progressiva della  popolazione, comporterebbe forse un calo del PIL totale; ma questo non e' un parametro importante, bensi' lo e' il PIL procapite ( cioe' la ricchezza individuale ) che certamente salirebbe di piu'. Inoltre il calo della popolazione ci darebbe delle citta' molto piu' vivibili, una qualita' della vita ovunque enormemente migliore, e conserverebbe il nostro ambiente in buona salute sia per chi ci vive che per le generazioni future.

P.S. Da notare che i Robot, possono lavorare 24 ore al giorno sette giorni la settimana, 12 mesi all'anno ( salvo qualche sosta di manutenzione ), non mangiano e non bevono  ( salvo un po di energia ), occupano pochissimo spazio, non scioperamo mai, non sono assenteisti, e sono sempre d'accordo col loro " datore di lavoro "......





lunedì 5 ottobre 2015

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare. ( Seneca )

Qual'è per me il "paese ideale "
Il mio paese ideale è l'Italia del 2065, che sarà parte degli Stati Uniti d’Europa.
Un paese con un'elevatissima qualità della vita e dove vorrei vedere crescere e vivere i miei figli e i miei nipoti e le generazioni future.
Un paese che realizzi la "quadratura del cerchio" di Dahrendorf: libertà democratiche, sviluppo economico, solidarietà sociale.
Un paese che abbia un fortissimo senso di solidarietà sociale come base per uno sviluppo economico giusto e sostenibile.
Nell'Italia del 2065 le istituzioni portanti della società  (politica, burocrazia, giustizia, sindacati) funzioneranno correttamente garantendo: certezza del diritto, velocità decisionale (in campo politico, economico, e sociale) e forte flessibilità operativa in campo economico.
La meritocrazia sarà la base della valutazione di tutti i partecipanti alle attività lavorative pubbliche o private e sarà accettata come elemento di misura fondamentale.
Un paese in cui i diritti umani siano la norma condivisa del vivere civile.
Un paese in cui ci sia la totale uguaglianza dei cittadini davanti la legge ed alle opportunità di lavoro, senza distinzione di religione, sesso, etnia, credo politico, educazione, orientamenti sessuali, condizioni economiche, ed ogni altra legittima differenza tra individui. L'unico obbligo è il rispetto delle leggi del paese.
Un paese che sia in armonia con la natura come casa comune dataci in prestito dalle generazioni future, alle quali abbiamo l'obbligo di restituirla, come, o meglio di come, l'abbiamo ricevuta. Usando una misura diffusa, un paese con Ecologic Reserve, anziché con forte "Ecological Deficit " (oggi l’Impronta Ecologica pro capite Italiana è di 4.2 GHA Global Hectars pro capite contro una biocapacità pro capite di 1.1 GHA).
Un paese che contribuisca a ridurre la crescita eccessiva della popolazione mondiale, mantenendo un fertility rate ben inferiore a 2.
L'Italia del 2065 avrà 55 milioni di abitanti (ma l'obbiettivo di lunghissimo tempo è di arrivare a 30 milioni di abitanti, per poi stabilizzarsi su quel livello, che per il territorio italiano di 300,000 Km quadrati, significa 100 abitante per Km quadrato).
Nell'Italia del 2065, circa un decimo del territorio nazionale sarà largamente sufficiente per generare tutto il fabbisogno alimentare con agricoltura biologica, in buona parte idroponica e da serre fotovoltaiche, quasi completamente a km zero, con allevamenti liberi a terra, o piscicoltura non intensiva in acqua. Inoltre una piccola quota del territorio nazionale (meno del 1%), in parte dallo stesso terreno agricolo tramite serre fotovoltaiche o dai tetti degli edifici, e terreni  non agricoli,  genererà tutta l'energia elettrica da fonti rinnovabili (idroelettrico, fotovoltaico, solare termico, eolico, biomasse, geotermia) per coprire interamente il fabbisogno energetico totale della popolazione. (I combustibili fossili avranno un uso marginale sia in Italia che in tutta Europa ).
Nell'Italia del 2065 non solo sarà vietato utilizzare ulteriore territorio nazionale per opere di urbanizzazione ed infrastrutturali, ma al contrario da molti anni ormai, qualsiasi opera di urbanizzazione o infrastrutturale si realizza a saldo favorevole alla liberazione di terreno.
Nell'Italia del 2065 una grande parte del territorio nazionale sarà liberato alla natura (montagne, laghi, boschi, fiumi) in parchi naturali enormi e diffusi sul territorio con tutte le specie animali e vegetali protette.
Le libertà individuali (sempre nel rispetto rigoroso delle leggi) includeranno anche la libertà dal lavoro, in quanto a tutti i cittadini sarà garantito un reddito minimo di cittadinanza che consenta un tenore di vita modesto, ma dignitoso. Il livello di questo reddito sarebbe vincolato ad una percentuale fissa del PIL e quindi con un feed-back automatico di equilibrio.
L'economia del 2065 è ad altissima produttività garantita dalla diffusione dell'intelligenza artificiale e dei robot. Questa produttività non si traduce in ulteriore accumulo di ricchezza nella fascia alta della società, ma grazie ad una giusta redistribuzione del reddito tra capitale e lavoro, va a beneficio di tutti i cittadini.
Per esempio, nell'Italia del 2065, la settimana lavorativa sarà solo di 32 ore distribuite su 4 giorni alla settimana; e le settimane lavorative saranno solo 40, cioè circa 1300 ore lavorative all'anno. Inoltre ci sarà molta flessibilità nella scelta delle ore che si desidera lavorare e nella corrispondente remunerazione. 
L'età pensionabile salirà con l'aumento delle aspettative di vita. Nel 2065 sarà di 70 anni, con un passaggio progressivo e volontario dal pieno impiego alla pensione.
L'aumento dell'età pensionabile sarà sempre più desiderato dai cittadini come elemento di migliore fruizione della qualità della vita. 
L'enorme aumento del tempo libero sarà assorbito dalla cultura, l'arte, lo sport, il contatto con la natura, il turismo, e da molte forme di attività sociali.
Il problema dell'immigrazione non esisterà più perché sarà stato risolto entro il 2035 dallo sforzo comune di tutta l'Europa, creando le condizioni sociali per i migranti di rimanere nei loro paesi o regioni di origine.
Nell'Italia del 2065 la mobilità urbana ed interurbana sarà fortemente modificata. Sia su ferro che su gomma sarà completamente alimentata con energia da fonti rinnovabili (elettrica, biofuel, idrogeno). Il trasporto interurbano di persone e di merci avverrà prevalentemente su ferrovie, a scapito delle autostrade. Per le merci, nelle direzioni nord-sud, sarà aumentato molto il trasporto su nave nelle cosiddette "autostrade del mare."
I servizi pubblici ed il car sharing (in particolare con auto senza autista) sostituiranno la grande maggioranza degli spostamenti urbani su mezzo privato individuale, rendendo le città molto meno congestionate.
La solidarietà e la giustizia sociali saranno assicurate dai seguenti servizi gratuiti a tutti i cittadini: sanità, istruzione, sicurezza interna ed esterna, diritto ad una vecchiaia economicamente sicura, diritto ad un alloggio minimo per tutti, diritto ad uno stipendio di cittadinanza.

Tutti i cittadini contribuiranno al benessere comune con un equo sistema di tassazione sul proprio reddito e sulla propria ricchezza, e/o con lavoro di volontariato o di servizi sociali.


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There is no favourable wind for the sailor, who does not know where to go. (Seneca)
What is for me the ideal country?
My ideal country is Italy of 2065, which will be part of the United States of Europe.
A country with very high quality of life and where I want to see grow up and live my children, grandchildren and future generations.
A country able to realise Dahrendorf’s squaring of the circle: democratic freedoms, economic development, and social solidarity.
A country with a very strong sense of social solidarity as a basis for an economic development that is also fair and sustainable.
In the Italy of 2065, institutions, pillars of society (politics, bureaucracy, justice, trade unions), will function properly and guarantee: legal certainty, rapid decision-making (within political, economic, and social spheres), and strong flexibility of operation in the economic field.
Meritocracy will be the basis of assessment for all the participants in the public or private activities and will be accepted as an element of fundamental measure.
A country where human rights are the embraced norm of common living.
A country where there is full equality for all the citizens before the law and the opportunity to work, without distinction of religion, gender, ethnicity, political beliefs, education, sexual orientation, economic conditions, and any other legitimate difference between individuals. The only obligation is the respect for the laws of the country.
A country in harmony with nature, perceived as a shared home, given to us on loan from future generations to whom we have an obligation to return it, as, or better than, we have received it. Using a common measure, a country with established ecologic reserves rather than with strong ecological deficit (as of today, the Italian ecological footprint per capita is 4.2 GHA, Global Hectares, per capita against a bio-capacity of 1.1 GHA per capita.)
A country able to help reduce the excessive growth of the world population, keeping a fertility rate well below 2.
Italy in 2065 is expected to have 55 million inhabitants. But the long-term goal is to arrive at 30 million inhabitants before stabilising it at that level, which for the Italian territory of 300,000 km2 means 100 inhabitants per km2.
In Italy in 2065, about one-tenth of the country will be enough to produce all the food needs with organic farming, mostly hydroponic and through solar greenhouses, almost at zero km, with free farms on land or non intensive pisciculture (fish farming) in water. Also a small share of the national territory (less than 1%), in part from the same agricultural land through solar greenhouses or from the roofs of buildings, and non-agricultural land, will generate all the necessary electricity from renewable sources (hydroelectric, photovoltaic, solar thermal, wind, biomass, geothermal) to fully cover the total energy requirements of the population. Fossil fuels will have a marginal use in Italy and across Europe.
In Italy in 2065 it will be forbidden to utilise additional national territory to urbanise and build infrastructures. And in fact, already for many years now, any work of urbanisation or infrastructure is realised in balance favourable to the release of land.

In the Italy of 2065 a large part of the nation will be released back to nature (mountains, lakes, forests, rivers) in huge natural parks throughout the national territory with protection of all animal and plant species.
Individual freedoms (always in strict compliance with the law) also include the freedom from work, as all citizens will be guaranteed a minimum income of citizenship that would allow a modest, but decent standard of living. This level of income would be related to a fixed percentage of GDP and therefore with an automatic balance feedback.
The economy of 2065 will be at high productivity achieved with the deployment of artificial intelligence and robots. This productivity does not result in further accumulation of wealth at the top end of society, but thanks to a just redistribution of income between capital and labour, will benefit all citizens.
For example, in the Italy of 2065, the workweek will be of only 32 hours spread over four days; and working weeks will be only 40, that is about 1,300 hours per year. There will be also much flexibility in choosing the hours one wants to work and the corresponding remuneration.
The retirement age will go up with the increase in life expectancy. In 2065 it will be 70 years, with a gradual and voluntary transition from full employment to retirement.
The increase in retirement age will be more and more desired by the citizens as an element of enhancement of the quality of life.
The huge increase in free time will be absorbed by culture, art, sports, contact with nature, tourism, and many forms of social activities.
The problem of immigration will not exist any more, because it will have been resolved by 2035 by the joint effort of the whole of Europe, creating the social conditions for migrants to stay in their countries or regions of origin.
In Italy in 2065 urban and extra-urban mobility will be heavily modified. All land transport will be fully powered with renewable energy (electricity, bio fuels, hydrogen). The long-distance transport of people and goods will take place mainly on railways, to the detriment of the highways. For goods travelling in the North-South directions, transport by ships will be greatly increased in the so-called "sea highways".
Public services and car sharing (especially for cars without driver) will replace the vast majority of urban trips on individual private means, making cities much less congested.
Social solidarity and social justice will be guarantee by the following free services for all citizens: healthcare, education, safety and security, the right to a financially secure retirement, right to a home for all, right to a salary of citizenship.

All citizens will contribute to the common good with a fair system of taxation on their income and wealth, and/or volunteer work or social services.