lunedì 27 febbraio 2017

IL " MIO " PARTITO DEMOCRATICO

In questi giorni di travaglio interno del PD, mi sono chiesto (ancora una volta) quali sono i principi fondamentali che io vorrei guidassero la vita e l'azione politica del "mio " PD (e son certo che questi principi erano nelle intenzioni dei padri fondatori a partire da Prodi, Veltroni, Franceschini, Bersani e di tanti altri padri nobili, -- nonché milioni di cittadini italiani che hanno abbracciato questo sogno).

Per me, questi principi fondamentali sono 7:
  1. Libertà Democratiche
  2. Sviluppo Economico
  3. Solidarietà Sociale
  4. Meritocrazia
  5. Europeismo
  6. Diritti Umani e Diritti Sociali
  7. Sviluppo Sostenibile
I primi 3 ripetono la classica "quadratura del cerchio " di Darhendorf-- che probabilmente si realizza al meglio nei Paesi Scandinavi, (e più in generale nei Paesi del Nord Europa) e dall'altra parte del mondo in Giappone.

La meritocrazia, spesso ignorata da certe culture sindacali e di sinistra, è fondamentale per creare ricchezza e per la giustizia verso gli individui. Quando la cultura del "garantismo sociale" si trasforma nella protezione del "parassitismo", si brucia ricchezza comune e si creano forti ingiustizie sociali verso gli individui.

L'Europeismo riconosce la necessità per i singoli Paesi Europei di realizzare il più importante progetto politico e sociale della storia moderna, che può portare benessere e rilevanza mondiale ai Paesi membri e che può salvare la pace in Europa e nel mondo e contribuire in modo fondamentale al progresso della Comunità Umana. (Soltanto dei folli possono pensare di tornare indietro alle piccole realtà politiche e sociali dei singoli Paesi Europei-- la Brexit sarà la prova, sulla pelle degli inglesi, di questo errore micidiale).

I Diritti Umani ed i Diritti Civili, sono nel DNA della Sinistra e devono rimanere tra i valori
fondanti del PD... e finora questo è avvenuto.

Infine lo sviluppo sostenibile risponde a 3 semplici concetti:

  • Il dovere morale verso le generazioni future di lasciare loro un mondo (la nostra casa comune) uguale (dal punto di vista ambientale e della biodiversità) a quello che abbiamo trovato noi;
  • Evitare il massacro continuo in termini di vite umane creato dall'inquinamento dovuto ai combustibili fossili, ed evitare gli sprechi enormi di risorse dovuto ai fenomeni estremi conseguenti al riscaldamento del Pianeta;
  • Infine risparmiare centinaia di miliardi di € all'anno in sprechi di risorse naturali, che possono essere destinate allo sviluppo economico e sociale dell'umanità.

Questo è il mio PD. Questa è per me l'essenza della sinistra Italiana ed Europea, questa la sintesi politico-ideale che vorrei si trasformasse in azione politica e di governo.

Il PD da quando è nato ci ha provato e molti risultati sono stati raggiunti...ma molto resta ancora da fare.

Tuttavia perché le idee sociali si traducano in realtà bisogna che ci sia la capacità da parte della politica di decidere e di agire, eliminando i molti parassitismi che ostacolano il processo.

Occorre quindi innanzitutto la possibilità di GOVERNARE e di decidere da parte della classe politica, ed avere da parte dei cittadini la certezza del diritto in tempi rapidi.

Ci sono quindi alcune riforme urgenti (anzi molto in ritardo), che sono la premessa per tutto l'agenda di Governo e di cui il PD deve continuare a farsi promotore:
  1. Una legge elettorale maggioritaria che permetta la governabilità (il mio modello è quello proposto anni fa dal Prof Sartori : legge maggioritaria basata sui collegi uninominali a doppio turno, senza premio di maggioranza ma con sbarramento al 15% e con diritto di tribuna per I partiti minori significativi).
  2. Riforma costituzionale che elimini il bicameralismo perfetto (simile a quella purtroppo bocciata dal referendum) e che semplifichi tutto il processo normativo a favore  della governabilità.
  3. Riforma della Giustizia, con lo sfoltimento di migliaia di leggi e riduzione dei tempi in modo di avere la certezza del diritto in tempi brevi. (Magari eliminando il secondo grado di giudizio).
  4. Riforma del codice del lavoro  che semplifichi enormemente il quadro legislativo e introduce forti dosi di meritocrazia. Il mio modello preferito è quello proposto anni fa dal Senatore Ichino (accorpamento delle 7000 leggi del lavoro in un unico corpo legislativo chiaro e semplice, che introduce la flessibilità in ingresso ed in uscita dal mondo del lavoro, con opportune tutele -- la "flexsecurity"). Il Job Act ha migliorato un po la rigidità, ma ha lasciato scoperto il settore pubblico (... vedi furbetti del cartellino...) e non ha eliminato l'obbligo di riassunzione per I licenziamenti individuali per motivi disciplinari. Molte aziende vanno all'estero (o falliscono se sono piccole) proprio per l'assenteismo e il "fannullonismo", coi colpevoli difesi sempre a spada tratta dai sindacati, e con la "giusta causa " spesso difficile da provare in giudizio. Lo Statuto dei Lavoratori, introdotto come strumento di giustizia (e ce n'era proprio bisogno 50anni fa) si è spesso trasformato in strumento di abuso e di distruzione di posti di lavoro. La massima vocazione della sinistra è la riduzione delle disuguaglianze e la Solidarietà Sociale: ma bisogna ricordare che prima di distribuirla equamente, la ricchezza va creata: e questo viene spesso ignorato dalla sinistra populista e da certa cultura sindacale.

Io mi auguro che il PD, il "mio" PD,  sappia reagire alle ultime tensioni interne, superare il trauma delle fuoriuscite di tanti esponenti parlamentari (e certamente di tanti iscritti e simpatizzanti), e riprendere la sua missione storica basata sui 7 principi fondamentali ricordati prima, e proseguire sulla strada delle riforme, a cominciare dalle quattro riforme istituzionali descritte sopra, come premesse per la governabilità e per una democrazia capace di decidere.

Viva il PD -- Viva L'Italia -- Viva L'Europa

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