lunedì 21 dicembre 2015

CoP21 -- L'Accordo di Parigi

La firma a Parigi dell'accordo sulla lotta ai cambiamenti climatici, sottoscritto da 185 Paesi, in rappresentanza della quasi totalità' della popolazione mondiale, è certamente di portata STORICA. L'accordo prevede una riduzione drastica delle emissioni di gas serra prima, e poi di fatto la decarbonizzazione dell'economia, con l'obiettivo di restare ben al di sotto dell'aumento dei 2 gradi di temperatura del pianeta dai livelli preindustriali - e possibilmente sotto il limite di 1.5 gradi di aumento entro questo secolo. 
Certo questo accordo è un passo fondamentale; ma ancora resta molto da fare per mettere in atto le politiche necessarie per attuarlo e per vincere le resistenze, che sono ancora fortissime, delle lobbies dei combustibili fossili. E molti governi sono ancora condizionati da questi interessi privati. Questo risultato è stato possibile grazie ad una forte sensibilità crescente dell'opinione pubblica mondiale, davanti ai disastri continui che i combustibili fossili hanno prodotto e continuano a produrre.
Opinione pubblica che comincia a prevalere sugli interessi di pochi privati, e che comincia a produrre scelte politiche in molti Paesi a favore dell'ambiente e della collettività dei cittadini e non solo a favore di una minoranza minuscola di grandi azionisti e grandi managers di aziende energetiche tradizionali. Se da un lato dobbiamo continuare a premere sui nostri governanti perché adottino politiche corrette, è comunque essenziale che TUTTI contribuiamo coi nostri comportamenti individuali al processo di decarbonizzazione dell'economia. È UN DOVERE MORALE VERSO NOI STESSI, MA SOPRATUTTO VERSO I NOSTRI FIGLI E VERSO LE GENERAZIONI FUTURE. Ecco alcuni comportamenti e cambiamenti culturali che dovremmo sostenere. 

1. La questione demografica.
È, secondo me, l'emergenza planetaria fondamentale.Il pianeta, la società umana, le sue strutture organizzative, non possono continuare ad accogliere 80.000.000 (OTTANTA MILIONI) di esseri umani in più ogni anno.È come se una popolazione grande come quella della Germania si aggiungesse al pianeta ogni anno. È semplicemente impossibile offrire a tutti questi nuovi cittadini acqua, cibo, energia, casa, scuole, ... e in genere una qualità della vita decorosa in un pianeta già saturo.Come individui singoli e come membri di diverse strutture sociali dobbiamo favorire una cultura di un tasso di fertilità inferiore a due. In tutti i Paesi del mondo.
I Paesi che già sono ad un tasso di fertilità inferiore a due, come l'Italia, danno un contributo positivo sia al benessere dei propri cittadini che alla collettività umana.SIAMO TROPPI NEL MONDO E SIAMO TROPPI ANCHE IN ITALIA.Il temuto problema dell'invecchiamento della popolazione e delle ripercussioni sull'economia è un falso problema perché' con l'internalizzazione delle economie e con gli aumenti giganteschi di produttività già in atto ed ancora maggiori in arrivo con le nuove tecnologie, il problema sarà sempre più quello di trovare un’occupazione alle persone e non trovare persone per coprire posti di lavoro. 
2. Il consumismo sprecone.
Negli ultimi decenni, il diffondersi dell'economia di mercato, basata sui consumi, ha creato a livello mondiale (certamente nei paesi più sviluppati economicamente) una cultura dello spreco come appagamento di bisogni artificiali. Mangiamo troppo e poiandiamo in palestra o facciamo le diete per dimagrire; sprechiamo un sacco di cibo che va a finire in discariche, mentre milioni di persone muoiono di fame (mi ricordo che mia madre, quando eravamo bambini,  ci diceva che il cibo è grazia di Dio e non va sprecato - cosa che non è mai avvenuta nella mia famiglia di origine); abbiamo spesso molto più vestiario che dorme negli armadi di quello che effettivamente ci serve; ci spostiamo in macchina anche per andare a comprare il pane nel negozio a cento metri da casa;....E gli esempi si possono moltiplicare all'infinito: dovremmo tutti usare nella nostra vita quotidiana le famose 3 R dell'ecologia:
RIDURRE     RIUSARE       RICICLARE 

3. Lo spreco energetico.
Sono nato ed ho vissuto da bambino in un paese all'interno della Sicilia, Agira, a 700 metri sul mare. Il clima era relativamente mite, ma d'inverno la temperatura scendeva talvolta sotto zero e d'estate saliva sopra i 35 gradi e talvolta sopra i 40 gradi. Eppure non avevamo in casa ne' riscaldamento d'inverno (salvo la "conca"-- cioè un braciere con la carbonella accesa - al centro della stanza principale) ne' condizionamento d'estate - ed eravamo sani e forti.
Oggi in molti locali ed abitazioni si soffre il freddo d'estate per il condizionamento esagerato, ed il caldo d'inverno per il riscaldamento eccessivo.L'automobile era nata come mezzo di trasporto, oggi è spesso uno status symbol e deve essere grossa; e ci spostiamo in macchina anche per pigrizia per non camminare poche centinaia di metri fino alla fermata di un mezzo pubblico.
In casa continuiamo ad usare lampade ad incandescenza, ed elettrodomestici non di classe A  e lasciamo spesso le luci accese ...Bisogna imparare a privilegiare i mezzi pubblici, il trasporto su ferro anziché' su gomma, le auto a basso consumo (a metano, ibride ... e piccole), bisogna spegnere le luci quando non servono e sostituire tutte le lampadine con quelle  LED, bisogna ...Insomma buone e semplici regole di comportamento che tutti conosciamo ma che non sempre applichiamo, o insegniamo ai nostri figli ad applicare ... Per un mondo migliore, i nostri piccoli comportamenti quotidiani sono altrettanto importanti delle grandi scelte politiche ...


----------------------------------------- ENGLISH VERSION --------------------------------

CoP21 - The Paris Agreement

The signing in Paris of the fight against climate change, signed by 185 countries, representing almost all of the world population, is certainly of HISTORICAL importance.
The agreement calls for a drastic reduction in greenhouse gas emissions first, and then essentially for the decarbonisation of the economy, in order to remain well below the increase of 2 degrees of the global temperature from pre-industrial levels - and possibly below the limit of 1.5 degrees of increase within this century.
Of course this agreement is a critical step; but still much remains to be done to put in place the policies needed to implement it and to overcome the resistances, which are still very strong, of the lobbies of fossil fuels. And many governments are still influenced by these private interests.
This result was possible thanks to a strong growing sensitivity of public opinion worldwide, in the face of continuing disasters that fossil fuels have produced and continue to produce. Public opinion begins to prevail over the interests of a few individuals, and to produce policy choices in many countries in favour of the environment and the community of citizens and not only for the benefit of a tiny minority of large shareholders and managers of big traditional energy companies.
While we must continue to put pressure on our leaders so that they will adopt correct policies, it is essential that we all contribute with our individual behaviour to the decarbonisation of the economy.
IT IS A MORAL DUTY TO OURSELVES, BUT ESPECIALLY TO OUR CHILDREN AND TO FUTURE GENERATIONS.
Here are some behaviours and cultural changes that we should implement.
1. The demographic issue.
It is, in my opinion, the fundamental planetary emergency.
The planet, human society, its organizational structures,  cannot continue to receive 80,000,000 (EIGHTY MILLION) humans more every year.
It is as if a population as large as that of Germany was added to the planet every year. It is simply impossible to offer all these new citizens water, food, energy, home, schools, ... and generally a decent quality of life in a world already saturated.
As individuals and as members of different social structures we must promote a culture of a fertility rate of less than two. In all countries of the world.
Countries that already have a fertility rate of less than two, such as Italy, make a positive contribution both to the welfare of its citizens and to the human community.
WE ARE TOO MANY IN THE WORLD AND WE ARE TOO MANY EVEN IN ITALY.
The dreaded problem of an aging population and the effect on business is a false problem because with the internalisation of the economies and the huge productivity increases already implemented and still more coming up with new technologies, the issue will be more and more to find work for people and not find people to fill jobs.
2. Wasteful consumerism.
In recent decades, the spread of the market economy, based on consumption, has created in the world (certainly in the more economically developed) a culture of waste as satisfaction of artificial needs. We eat too much and then we go to the gym or do diets for weight loss; we waste a lot of food that ends up in landfills, while millions of people are starving (I remember my mother, when we were kids, used to tell us that the food is the grace of God and it should not be wasted - something that never happened in my family of origin); we often have much more clothing sleeping in the closets than what we actually need; we travel by car even to go to buy bread in the store one hundred metres from home ...
The examples can be multiplied endlessly: we all should use in our daily lives the famous 3 R of ecology:
REDUCE REUSE RECYCLE
3. The energy wastage.
I was born and lived as a child in a village in Sicily, Agira, 700 meters above sea level. The climate was relatively mild, but in winter the temperature dropped below zero and in the summer it rose above 35 degrees and sometimes above 40 degrees. Yet we did not have at home heating in the winter (except for the conca - that is, a brazier with burning charcoal – at the centre of the main room) or air conditioning in summer - and we were healthy and strong. Today, in many local homes one suffers from being cold in the summer due to exaggerated air conditioning, and warm in the winter due to excessive heating.
The car was born as a means of transport, but today it is often a status symbol and has to be large; we travel by car even for laziness not to walk a few hundred metres to the bus stop. At home we continue to use incandescent lamps, non class A appliances and often we leave the lights on ....
We must learn to prioritise public transport, transport by railways instead of roads, the fuel-efficient cars (CNG, hybrid and small ...) and to turn off lights when they are not needed and to replace all the light bulbs with the LED. We have to ... Such good and simple rules of behaviour that we all know but do not always apply, or teach our children to apply ...

For a better world, our little daily behaviours are equally as important as major political choices ...

... BUT WE HAVE THE ADVANTAGE THAT THEY DEPEND ON US ALONE.


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