Circa trenta anni fa,
nella seconda metà degli anni 80, scrissi una lettera ai miei figli, indicando
quali erano, secondo me, le tre più grandi sfide per l'umanità, che la loro
generazione avrebbe dovuto affrontare e cercare di risolvere:
1. L'eccessiva diseguaglianza nella distribuzione della ricchezza nel
mondo.
2. L'eccessiva crescita della popolazione mondiale.
3. L'inquinamento ed il global
warming, dovuto all'eccessivo consumo di combustibili fossili.
Nel 2005, riprendevo
questi concetti nella "Letter from the Founder" della Pistorio Foundation (www.pistoriofoundation.org).
Dove siamo oggi?
Purtroppo sul primo
punto, la situazione è peggiorata: l'ultimo rapporto Oxfam, indica che le 62
(ripeto sessantadue) persone più ricche del mondo possiedono la stessa
ricchezza delle 3.500.000.000 (ripeto tre miliardi e cinquecento milioni di)
persone più povere del mondo: le 62 persone più ricche possiedono la stessa
ricchezza della metà più povera dell'intera popolazione mondiale!
ASSURDO E VERGOGNOSO.
Tornerò su questo
punto in un altro momento.
Sul secondo punto, la
situazione continua ad essere molto negativa. Siamo già oltre
7 miliardi di esseri
umani sul pianeta ed ogni anno nascono circa 140 milioni di bambini e muoiono
circa 60 milioni di esseri umani: ogni anno cioè la popolazione mondiale
continua ad aumentare di circa 80 milioni di unità: è come se una popolazione
grande come quella dell'intera Germania si aggiungesse al mondo ogni anno.
SIAMO TROPPI ed il pianeta e le
sue istituzioni non c'è la fanno ad offrire a tutti una qualità della vita
decente.
Per fortuna ci sono dei
segni di rallentamento nella crescita della popolazione mondiale ed il fertility rate, che è l'indicatore più
importante delle tendenze future, è in continua diminuzione: grandi sistemi
macroeconomici, come l’EU a 28, gli USA, il Giappone, la Russia e tutti i paesi
dell'ex Unione Sovietica, la Cina, il Brasile e molti altri paesi più piccoli
in termini di popolazione, sono ad un fertility
rate uguale o minore di 2, che è il livello di equilibrio della popolazione
dopo alcuni decenni di transizione.
Segni positivi, ma il
processo è TROPPO LENTO.
Anche su questo punto tornerò
in un altro momento.
Sul terzo punto, invece,
credo che l'umanità sta muovendosi nella direzione giusta.
Dopo il disastro di
Fukushima, è finita l'illusione di una possibile "rinascita
nucleare": le tecnologie nucleari esistenti oggi, non solo non sono
sicure, ma non sono neanche economicamente convenienti. Nuove tecnologie capaci
di generare energia commerciale da nucleare pulito, sicuro, economico,
arriveranno molto probabilmente nella seconda metà di questo secolo. Ma oggi il
nucleare esistente è in forte declino in tutto il mondo.
D'altra parte i
combustibili fossili sono responsabili per l’inquinamento che crea milioni di
morti all'anno nel mondo, mentre i fenomeni estremi creati dal global warming aumentano ogni anno di
frequenza ed intensità: entrambi questi elementi creano centinaia di miliardi
di $ di danni economici ogni anno.
Ed inoltre i combustili fossili
sono alle base di molte instabilità geopolitiche e spesso di guerre e
finanziano il fondamentalismo islamico.
L'unica soluzione alla
sfida energetica nel medio periodo è rappresentata dal RISPARMIO ED EFFICIENZA ENERGETICA E DALLE
FONTI RINNOVABILI.
Oggi esistono tutte le
tecnologie per ELIMINARE praticamente
i combustibili fossili entro due o tre decadi. Il costo dell'energia elettrica
dalle nuove fonti rinnovabili, sia l'eolico che il fotovoltaico, sarebbero
largamente e competitive già oggi con le fonti fossili, se queste ultime
fossero gravate dai costi dei danni collaterali che generano. Purtroppo oggi
questi costi sono pagati dalla collettività e non sono caricati sui costi dei
combustibili fossili che li creano. Il meccanismo perverso è semplice: i
profitti dai fossili vanno a poche decine migliaia di azionisti e di
grandi manager delle società energetiche tradizionali, mentre i danni
collaterali sono pagati da miliardi di persone delle comunità civili: basterebbe
una forte carbon tax, che compensi
gli enormi danni collaterali (adottata da molti se non tutti i Paesi del mondo)
per rendere i combustibili fossili fuori mercato e quindi eliminarli in breve
tempo.
Ma purtroppo le lobbies delle società energetiche sono
talmente forti da influenzare spesso i governi e ritardare la de-carbonizzazione
dell'economia.
Ma il processo è ormai
inarrestabile ed accelera ogni anno.
•
Molti Paesi hanno
intensificato questo processo di de-carbonizzazione, con la Cina che oggi è il
Paese che investe più di tutti nelle fonti rinnovabili, perché costretto da un
inquinamento devastante sia dal punto di vista umano che economico. Il
Giappone che, dopo Fukushima ha marginalizzato la componente nucleare del suo
mix energetico. Gli USA che accelerano il loro impegno, specie in alcuni stati
come la California. E se in genere purtroppo l'Europa ha rallentato, i
Paesi Scandinavi e la Germania continuano il loro impegno. E le rinnovabili si
diffondono rapidamente in molti paesi nel mondo. Senza considerare le
iniziative di comunità locali che contano ormai centinaia di città piccole e
medie, e anche metropoli come Copenaghen, che sono già carbon neutral o che hanno l'obiettivo
di diventarlo entro una decade.
•
Le tecnologie continuano
a sviluppare sempre più prodotti efficienti e a ridurre i costi, che continuano
anche a calare col crescere dei volumi (learning
curve). Oggi i pannelli fotovoltaici, per esempio, costano il 70% in
meno di quello che costavano 10 anni fa, e si prevede che i costi continueranno
a scendere rapidamente nei prossimi anni. Inoltre le reti intelligenti e le
tecnologie dell'accumulo stanno muovendosi rapidamente ed entro i prossimi 10
anni saranno in grado di risolvere a costi accettabili il problema
dell'intermittenza delle fonti rinnovabili. Questo sviluppo tecnologico ed
industriale, renderà sia l'eolico che il fotovoltaico, competitivi verso i
combustibili fossili entro i prossimi 10 anni, anche senza alcuna carbon tax.
•
Molte grandi e medie
aziende nel mondo hanno sposato la causa ecologica e molte investono per
diventare carbon neutral.
Praticamente tutte le società quotate nelle maggiori Borse mondiali hanno nelle
loro policy la Corporate Social
Responsibility (CSR) con una componente importante nell'impegno ecologico.
Voglio ricordare che la STMicroelectronics, lanciò una grande campagna
ambientale già nel 1993, quando ne ero io il CEO.
•
Ed infine la componente
più importante del processo di de-carbonizzazione dell'economia mondiale è la
presa di coscienza di centinaia di milioni di cittadini nel mondo che hanno a
cuore la qualità della vita nel nostro pianeta, sia per la nostra generazione e
soprattutto per i nostri figli e nipoti. Ed oggi abbiamo anche una voce
autorevolissima, come quella di Papa Francesco, a favore del Pianeta.
È questo impegno diffuso
e crescente in atto che sta incidendo sui comportamenti individuali nel senso
della sostenibilità ambientale, e che allo stesso tempo spinge le istituzioni
verso leggi e normative a favore dell'ambiente.
Sono convinto che l'umanità
sta vincendo questa grande sfida: ma tutti i cittadini responsabili devono
continuare ad impegnarsi per accelerare il processo e salvare milioni di vite
umane e risparmiare per la collettività centinaia di miliardi di danni
economici.