L'allegato
articolo di La Repubblica riporta un'altro caso di eccessi sindacali e
della
reazione forte del Governo.
Ancora
un caso di distorsione dei "diritti " di pochi lavoratori a danno
della collettività.
Dopo
il caso dei vigili che di colpo si ammalano a Roma la notte di Capodanno, dopo
il caso delle assemblee sindacali di Pompei che lasciano i turisti fuori dai
cancelli, dopo i disastri degli scioperi all'aeroporto di Fiumicino in
piena stagione turistica, ora è stata la volta dei principali musei romani ad essere
bloccati per motivi sindacali. ( Solo per citare i casi piu' visibili che hanno
fatto il giro del mondo con danni enormi all'immagine del nostro Paese ).
La reazione di Renzi e
Franceschini è più che corretta.
Questa
cultura sindacale che confonde i diritti con l'abuso, che tiene conto solo dei
diritti di alcuni e non di quelli piu' generali della collettività, che dimentica di associare
ai diritti i doveri,.... questa cultura sindacale e'da quarant'anni una delle
cause principali della crescita della disoccupazione in Italia.
Il
Jobs Act è
stato un primo passo importantissimo per creare un clima del lavoro più produttivo e i risultati si
cominciano a vedere.Va dato atto al Governo di avere infranto un tabù, quello dell'articolo 18,
che era ed è ancora un enorme ostacolo alla creazione di posti
di lavoro non precari a tempo indeterminato. Va ricordato che lo statuto
dei lavoratori nacque come un vero atto di giustizia sociale e da un punto di
principio anche l'articolo 18 è sacrosanto. Ma la cultura sindacale che si è andata affermando in Italia
dalla seconda metà degli anni 70 in poi, con la complicità di una sinistra estrema
ideologica e fuori dal mondo, e della compiacente scorrettezza dei medici che
firmano permessi di malattia anche a chi di fatto gode di ottima salute, ed
infine della estrema lentezza della giustizia civile, hanno fatto si' che
negli anni l'articolo 18 è diventato uno dei maggiori nemici della creazione di posti
di lavoro, e la causa principale per cui le imprese hanno inventato cento forme
di precariato.
Finalmente
Il Governo Renzi ha avuto il coraggio di fare il primo passo con la riforma del
lavoro.
Ma
è
solo un primo passo. Per completare la riforma bisogna estendere le nuove
norme anche al pubblico impiego ( dove il comportamento non produttivo
sindacale è
massimo ) e bisogna estenderlo ai licenziamenti individuali per motivi
disciplinari -- altrimenti i parassiti e gli assenteisti continueranno ad
essere protetti.
Una
cultura sindacale che difenda i diritti sacrosanti dei lavoratori, ma che ne
richieda anche i doveri; che condanni le azioni scorrette dei datori di lavoro,
ma che condanni anche i lavoratori fannulloni ed assenteisti; una cultura che
collabori con le imprese per aumentare la produttività ed i profitti ed allo stesso
tempo ne reclami una più equa distribuzione tra capitale e lavoro; ..... insomma un
sindacato moderno, cosciente che viviamo in un mondo globalizzato, un sindacato
che capisca la necessità di riconciliare diritti e doveri, è fondamentale per una
corretta affermazione dei diritti dei lavoratori, primo fra tutti che il lavoro
esista qui e non vada via in posti più produttivi, come purtroppo è successo negli ultimi
quarant'anni ( ovviamente non solo per colpa di questa cultura sindacale, ma
certamente questa ha giocato un ruolo molto importante nella fuga di capitali e
nella perdita di posti di lavoro ).
Con
le riforme siamo sulla buona strada, occorre insistere e completarle.
ROMA - "Non lasceremo
la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l'Italia. Oggi decreto
La richiesta di una discussione in Consiglio dei ministri sulla proposta di dichiarare i musei e i monumenti "servizi pubblici essenziali" era stata fatta dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini.
Se per il governo "la misura è colma", Cgil, Cisl e Uil replicano alle critiche ipotizzando uno sciopero generale sulla vertenza beni culturali. E la leader della Cgil Susanna Camusso usa toni durissimi: "E' uno strano Paese quello in cui un'assemblea sindacale non si può fare. Capisco" fare "attenzione in periodi di particolare presenza turistica, ma se ogni volta che si fa un'assemblea si dice che non si può, si dica chiaramente che non ci possono essere strumenti di democrazia". E a proposito dell'idea di Franceschini di inserire musei e luoghi di cultura tra i servizi pubblici essenziali - probabilmente nel decreto legge annunciato da Renzi - Camusso sostiene che questo non comporta il venire meno della possibilità di fare scioperi o assemblee.
L'assemblea ha ritardato di tre ore (dalle 8.30 alle 11.30) l'apertura del Colosseo, del Foro Romano e Palatino, delle Terme di Diocleziano e di Ostia Antica. Era stata convocata per discutere del mancato pagamento delle indennità e degli straordinari, oltre che della necessità di avviare una trattativa per il rinnovo del contratto del settore e per altre questioni, ed era stata preannunciata nei tempi stabiliti dalla normativa. Assemblee dello stesso tipo si sono tenute in altre città d'Italia.
Il caso di Roma ha scatenato accese reazioni dal mondo politico, quasi tutte, indipendentemente dall'appartenenza partitica, critiche nei confronti dell'iniziativa sindacale.