Sono gia' in atto una serie di evoluzioni tecnologiche
con grandi impatti sociali. Tra queste, io credo che le 5 seguenti stiano gia'
avendo un forte sviluppo, ma avranno nei prossimi 20 anni un impatto dirompente
su molti settori dell'economia e della societa'.
Il mondo del 2035 sara' completamente diverso da
quello di oggi.
I.
Il WEB e la banda ultralarga
Viviamo gia' in un mondo sempre piu' interconnesso. Ma
la diffusione del WEB in tutto il mondo e la banda ultralarga sconvolgeranno
sempre piu' settori economici tradizionali (le societa' di telecomunicazioni
tradizionali, le societa' dei media sia TV che della carta stampata, molti dei
servizi sia pubblici che privati alle persone, la stessa assistenza medica, il
sistema bancario, quello dell'istruzione....).
L'educazione diffusa via web e l'accesso all’informazione
ed alla cultura diventeranno possibili per tutti i cittadini, compresi i piu'
poveri nei paesi sottosviluppati.
Gli scambi commerciali saranno semplificati eliminando
molta intermediazione.
Il pagamento elettronico sicuro mediante l'uso diffuso
di sistemi biometrici ed algoritmi appropriati, sara' molto diffuso almeno nei
paesi sviluppati (e contribuira' alla riduzione dell’evasione fiscale e della
microcriminalita').
Sara' piu' facile il telelavoro.
Si diffondera' la cosidetta internet of things, cioe' la connessione di cose che potranno
parlarsi ed organizzarsi tra di loro senza l'intervento umano, creando la casa
intelligente, la fabbrica intelligente, la mobilita' intelligente, ...
Il risultato sara' un aumento enorme della
produttivita' dei sistemi economici ed un enorme risparmio di risorse naturali.
II. Risparmio energetico,
fonti rinnovabili, accumulo
Le tecnologie sono gia' disponibili, ma la loro
diffusione e' ostacolata da molti governi, fortemente influenzati dalle potenti
lobbies delle societa' energetiche tradizionali, specialmente i petrolieri. Ma
i progressi tecnologici sono talmente veloci e la convenienza sia economica che
sociale talmente forte, che il processo puo' solo essere rallentato ma e'
inarrestabile. Infatti quando un qualsiasi governo capira' che e' meglio il
benessere di milioni di cittadini che proteggere gli interessi privati di poche
migliaia di grandi azionisti e top managers, allora in quel paese l'era dei
combustibili fossili sara' finita. Basterebbe che in un paese si eliminassero
tutti gli incentivi ai combustibili fossili (che nel mondo sono molto maggiori
di quelli alle rinnovabili) e si mettesse una "carbon tax " sui
combustibili fossili che paghi per i danni collaterali alla salute ed
all'ambiente -- perche' i combustibili fossili non abbiano piu' spazio
economico per sopravvivere in quel paese.
E questo prima o poi, sotto l'evidenza economica e la
spinta dei cittadini, avverra'.
Alcuni paesi sono da anni all'avanguardia del
cambiamento (tutti i paesi del nord Europa, alcuni stati degli USA come la
California, il Giappone, e fino a qualche anno fa Germania, Italia e Spagna).
Recentemente la Cina, costretta da un inquinamento
insopportabile, si e' lanciata pesantemente nelle rinnovabili ed e' oggi il
paese piu' avanzato al mondo in termine di nuove installazioni.
All'orizzonte del 2035, risparmio energetico,
rinnovabili con accumulo (particolarmente fotovoltaico ed eolico) avranno
assunto una diffusione oggi ancora impensabile ed avranno creato nuovi settori
con milioni di occupati, ma avranno anche creato enormi problemi alle societa'
dei combustibili fossili ed alle utilities tradizionali, che dovranno
reinventarsi o fallire.
Avranno vinto i cittadini, ed il pianeta sara' salvo
dal global warming.
III.
La nuova mobilita' e le auto senza autista
Nel campo della mobilita' extraurbana, la mobilita' su
ferro, e specialmente l'Alta Velocita', sostituera' progressivamente molta
parte della mobilita' su gomma.
Ma la rivoluzione piu' forte sara' nella mobilita'
urbana. L'avvento del car-sharing sta gia' oggi complementando il trasporto
pubblico urbano e contribuisce a ridurre nelle grandi citta' il numero di auto
in circolazione migliorando il traffico e l'inquinamento.
Ma il prossimo arrivo del "driverless car "
dara' un impulso enorme al car-sharing riducendo enormemente le auto in
circolazione e l'inquinamento. All'orizzonte del 2035, milioni di auto
elettriche senza autista circoleranno nelle grandi citta' del mondo riducendo
enormemente la congestione del traffico urbano e l'inquinamento, ed allo stesso
tempo comporteranno un crollo della produzione automobilistica totale, mettendo
in crisi molte aziende del settore e forzando processi di aggregazione e
ristrutturazione.
E, per inciso, anche questo fenomeno dell'auto
elettrica senza autista portera' ad una fortissima riduzione dei consumi
petroliferi mondiali e contribuira' alla fine dell'era dei combustibili
fossili.
IV. Le stampanti 3D
Gia' oggi le stampanti 3D sono diffuse e sono
utilizzate sopratutto per costruire prototipi o piccole serie. Ma il
perfezionarsi della tecnologia, ne estendera' sempre piu' l'uso ad applicazioni
diverse e di scala crescente. Questa tecnologia rende possibile una
localizzazione ed una personalizzazione della produzione finora impensabile. La
necessita' di grandi concentrazioni manufatturiere si ridurra' sempre piu' a
casi particolari, mentre molta produzione potra' avvenire vicino al cliente,
riducendo enormemente i tempi- ciclo di produzione e semplificando enormemente
la logistica ed i costi associati.
La tecnologia consentira' anche di ridurre enormemente
la delocalizzazione in paesi a basso costo del lavoro di molte attivita'
manufatturiere e di rimpatriarne molte altre.
Ancora una volta molti settori nuovi nasceranno ed
altri esistenti saranno messi in difficolta'.
V. L' Intelligenza Artificiale e la Robotica
L’automazione dei processi produttivi e' in atto da
molti decenni (ed infatti sotto alcuni aspetti da un paio di secoli). Ma
oggi con lo sviluppo della microelettronica e di macchine sempre piu'
sofisticate, siamo arrivati allo sviluppo di macchine capaci di imparare e di
programmarsi da sole (entro certi limiti). Inoltre la tecnologia continua ad aumentare la
capacita' di movimento di parti delle macchine o di tutte le macchine stesse.
Ne derivano macchine intelligenti capaci
di movimenti vari che possono effettuare funzioni umane sempre piu' complesse,
aumentando la produttivita' in modo ancora oggi impensabile.
All'orizzonte del 2035 milioni di robot, cioe'
macchine dotate di capacita' di apprendimento e di autoprogrammazione e di
capacita' motorie, saranno non solo nelle fabbriche, ma anche negli uffici e
nelle nostre case. Ed i robot non mangiano (eccetto un po’ di energia), non
dormono, possono lavorare 24 ore al giorno - solo qualche giorno di riposo ogni
tanto per la manutenzione preventiva - non occupano molto spazio, non si
lamentano, non chiedono particolari diritti... e sono sempre d'accordo col loro
proprietario.
Insomma, una rivoluzione che aumentera' enormemente la
produttivita' dei sistemi economici, risolvendo anche i problemi
dell'invecchiamento della popolazione e del calo demografico dove questo si
verifichi. Per esempio, un paese come il Giappone, con un bassissimo tasso di
natalita', forte invecchiamento della popolazione, e molta riluttanza verso
l'immigrazione, risolvera' i suoi problemi demografici con i robots.
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Queste ed altre evoluzioni tecnologiche cambieranno il
mondo nei prossimi 20 anni in modo profondo e molto velocemente.
Tutto questo si traduce in un aumento della
produttivita', che, associato all'aumento della popolazione, rischia di
produrre una disoccupazione gigantesca ed in continuo aumento, se non si
cambiamo allo stesso tempo i meccanismi di distribuzione della ricchezza tra le
diverse classi sociali. Se tutto resta come oggi, la diseguaglianza continuera'
a crescere ed anzi ad accelerare, e la stragrande parte della ricchezza
generata dall'aumento della produttivita' rischia di continuare ad accumularsi
nella fascia alta della scala sociale dal punto di vista della ricchezza (tra
l'1% e il 10% della popolazione mondiale), mentre si allarghera' la distanza
economica verso le altre fascie sociali e la disoccupazione, e la poverta'
tocchera' livelli da rivolta sociale in molte regioni del mondo.
L'unica speranza di un mondo veramente migliore per
tutti e' che i progressi tecnologici siano affiancati da progressi sociali che
portino ad una molto piu' equa distribuzione della ricchezza, ad una
distribuzione del lavoro molto inclusiva grazie ad una riduzione costante delle
ore annue lavorate (lavorare meno, ma bene, e lavorare tutti) ed ad una pianificazione
familiare che blocchi finalmente la crescita esplosiva della popolazione
mondiale.
Ed e' questa sfida di giustizia sociale che tutte
le presenti generazioni (in particolare tutte le persone con una buona
educazione tra i venti ed i sessanta anni) hanno il dovere di affrontare e
cercare di risolvere.
------------------------------------------ ENGLISH VERSION -------------------------------------------
5 major technological developments that will change the
world.
A number of technological developments with great social
impact are already happening. Among these, I believe that the following five are
already developing fast, but in the next 20 years they will have a disruptive
impact on many sectors of the economy and society.
The world in 2035 will be completely different from that
of today.
I.
The WEB and ultra-wide band
We live already in a world increasingly interconnected.
But the worldwide dissemination of the WEB and of the ultra-wideband will shake
more and more traditional economic sectors (traditional telecommunications
companies, media companies, including television and printed press, many of the
public and private services to people, medical care, banking system, education,..).
Education spread via web and access to information and
culture will become possible for all people, including the poorest in under-developed
countries.
Trade will be simplified by removing much mediation.
Safe electronic payment via the widespread use of
biometric systems and appropriate algorithms will become popular at least in
developed countries (and will contribute to the reduction of tax evasion and
petty crime).
Tele-working will become easier.
The so-called “internet of things” - that is the interconnection
of things that can talk and organize themselves without human intervention to
create the smart home, the smart factory, the intelligent mobility - will expand.
The result will be a huge increase in productivity of
economic systems and a huge saving of natural resources.
II.
Energy saving, renewable sources, accumulation
Technologies are already available, but their
distribution is hampered by many governments, strongly influenced by the powerful
lobbies of the traditional energy companies, particularly the oil companies.
But technological advances are so fast and convenience, both economic and
social, is so strong, that the process can only be slowed down, but it is
unstoppable. In fact, when a government will understand that it is better to
protect the welfare of millions of citizens than to protect the private
interests of a few thousand major shareholders and top managers, then in that
country the age of fossil fuels will be over. It would be enough to eliminate all
incentives to fossil fuels (which in the world are much greater than the renewable
ones) and to add a carbon tax on fossil fuels to pay for their collateral
damage to health and the environment, and the fossil fuels will have no more
economic space to survive.
And this, sooner or later, will take place somewhere under
the economic evidence and the thrust of the people.
Some countries, for several years now, have been at the
forefront of change (all the Scandinavian countries, some US states such as
California, Japan, and until a few years ago Germany, Italy and Spain).
Recently China, forced by an unbearable pollution, is
investing heavily in renewable energies and is now the most advanced country in
the world in terms of new installations.
We can predict that in 2035, energy saving, renewable
accumulation (especially solar and wind) will have spread in a way today still
unthinkable and will have created new areas with millions of jobs, but will have
also created huge problems to fossil fuels companies and those of more
traditional utilities, which will have to reinvent themselves or fail.
People will have won and the planet will be saved from
global warming.
III.
The new transport system and cars without a driver
Railways, and especially the high speed, will progressively
replace much of transport by road.
But the more decisive revolution will happen in the
urban system. The advent of car-sharing is already today complementing the
urban public transport and helping reduce in the big cities the number of cars
on the road and improve traffic and pollution.
But the imminent arrival of the driverless car will give
a tremendous boost to the car-sharing, greatly reducing the cars on the road
and pollution. In 2035, millions of electric cars without driver will circulate
in the big cities of the world and will dramatically reduce urban traffic
congestion and pollution, and at the same time this will result in a total
collapse of automotive production, which will cripple many companies in the
sector and force processes of consolidation and restructuring.
And, incidentally, also the phenomenon of the electric car
without a driver will lead to a dramatic reduction in worldwide oil consumption
and contribute to the end of the era of fossil fuels.
IV.
3D printers
Already today 3D printers are widespread and are used
mainly for building prototypes or small series. But the perfecting of the
technology will extend more and more its use to different and growing scale applications.
This technology enables a localisation and a
customisation of the production hitherto unthinkable.
The need of large manufacturing concentrations will be reduced more and more to
isolated cases, while much production will take place close to the customer,
greatly reducing the times of the production cycle and greatly simplifying the
logistics and associated costs.
The technology will also allow to reduce the relocation
to countries with low labour costs in many manufacturing activities and to repatriate
many more.
Again many new sectors will be created and others
existing will be in trouble.
V.
The Artificial Intelligence and robotics
The automation of the production processes has been in
place for many decades (and in fact in some respects for a couple of
centuries). But today with the development of microelectronics and of machines
more and more sophisticated, we have reached the development of machines
capable of learning and of planning by themselves (within certain limits). In
addition, the technology continues to increase the capacity of movement of
machinery parts or of the machines themselves. The result is intelligent
machines capable of various movements that can perform human functions more and
more complex, increasing the productivity in a way still today unthinkable.
In 2035 millions of robot, that is, machines capable of
learning and self-programming and of moving, will be present not only in
factories, but also in offices and in our homes. And robots do not eat (except for
a little energy), do not sleep and can work 24 hours a day; they only need a few
days of rest every now and then for preventive maintenance; they do not take up
much space, complain, nor ask for special rights ... and they always agree with
their owner.
In short, a revolution that will enormously increase
productivity of the economic systems,
solving the problems of an aging population and
declining population, where this occurs. For example, a country such as Japan -
with a very low birth rate and substantial aging population, and very reluctant
towards immigration - will solve its demographic problems with robots.
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These and other technological developments will change
the world in the next 20 years so deeply and in a very fast fashion.
All this will result in an increase of the productivity,
which, associated with the growth in population, could result in a huge and
ever increasing unemployment, if at the same time the mechanisms of
distribution of wealth between the different social classes are not changed. If
everything remains as it is today, inequality will continue to grow and even
accelerate, and the overwhelming part of the wealth generated by increased
productivity is likely to continue to accumulate at the top end of the social
scale in terms of wealth
(between 1% and 10% of the world population), while the
economic distance between other social strata will increase and unemployment
and poverty will reach levels of social unrest in many regions of the world.
The only hope for a truly better world for all is that
technological advances are accompanied by social progress leading to a much
more fair distribution of wealth, a very inclusive distribution of work thanks
to a steady reduction of annual hours worked (working less, but well, and for all)
and to a family planning which would finally block the explosive growth of the
world population.
And it is this challenge of social justice that all the
present generations (especially all the people with a good education between
twenty and sixty years old) have a duty to address and try to solve.